Teramo - L’inno, il tricolore, la Costituzione, spiegati ai bambini. Il 17 marzo, Festa dell’Unità nazionale, ha avuto oggi un sapore speciale nella Scuola dell’ Infanzia “Giovanni Serroni” di San Nicolò, dove ai più piccoli (tanto piccoli da non aver ancora iniziato la scuola dell’obbligo), un presidente di Provincia, due sindaci, due esponenti delle Forze dell’ Ordine, un professore universitario, una dirigente scolastica, hanno “raccontato”, perché fossero familiari, i simboli dell’ Italia unita e democratica. Hanno partecipato all’incontro, nella fattispecie, oltre al sindaco di di Teramo Gianguido D’Alberto, il primo cittadino di Giulianova Jwan Costantini, il presidente della Provincia di Teramo Diego Di Bonaventura, il comandante provinciale dei Carabinieri Guardia Forestale Colonnello Gualberto Mancini, l’appuntato dell’ Arma Michele Macchiarulo, il professore di Diritto internazionale all’ Università di Teramo Alessandro Perfetti e la dirigente del plesso Adriana Pisciella. L'iniziativa si è tenuta nell’ambito del progetto di educazione civica "I love Abruzzo".
“Oggi, 17 Marzo, giorno dell’unità nazionale d’Italia, 161 anni dall’unificazione politica del nostro splendido Paese.
Un’unità di una comunità - spiega il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto - che porta anche verso l’accoglienza di quei popoli che, in questo tempo, sono smarriti in conflitti che purtroppo stanno minando il mondo intero. La forza ci arriva, però, dall’ascoltare i nostri bambini che ci impongono, al contempo, di guardare, con tanta fiducia e speranza, al miglior futuro per tutti Noi. Buon compleanno Italia”.
Oltre al primo cittadino della loro città, ai bambini è stato permesso di conoscere di persona il Sindaco del “loro mare”, che alcuni dei più grandicelli dicono di aver visto tante volte giocare a calcio e a basket. I bambini hanno cantato l’inno d’Italia e visto da vicino chi, il tricolore, ha l’onore di indossarlo sul petto. Il Sindaco Costantini, davanti ad una così giovane platea, ha trasmesso, con semplicità, l’emozione di essere primo cittadino di un comune, ma soprattutto cittadino d’Italia.