Pescara – Si è svolta oggi a Pescara la tappa abruzzese del roadshow di presentazione del nuovo Accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese. Un accordo basato sul percorso congiunto “Competitività, Innovazione, Sostenibilità” che mette a disposizione 2,6 miliardi di euro per le imprese dell’Abruzzo, nell’ambito dei 150 miliardi di euro del plafond nazionale, per promuovere l’evoluzione del sistema produttivo su questi tre driver fondamentali per la crescita e in coerenza con il PNRR.
Ad aprire i lavori i saluti di Marco Fracassi (Presidente Confindustria Abruzzo) e Giuseppe Ranalli (Presidente Piccola Industria Confindustria Abruzzo), seguiti dalla disamina dello scenario economico in cui sono chiamate ad operare le imprese regionali a cura del Responsabile Industry&Banking Research Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, Fabrizio Guelpa.
I contenuti dell’Accordo, nonché le prime iniziative congiunte, sono state illustrate dal Direttore Regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo, Pierluigi Monceri, introducendo così le tematiche di maggiore interesse per il sistema produttivo locale che sono state approfondite nella tavola rotonda seguente cui hanno preso parte Lorenzo Dattoli (Presidente Confindustria Teramo), Paolo Musso (Direttore Commerciale Imprese Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo), Silvano Pagliuca (Presidente Confindustria Chieti Pescara) e Riccardo Podda (Presidente Confindustria L’Aquila-Abruzzo Interno).
L’Accordo presentato oggi alle imprese abruzzesi – di durata triennale e firmato lo scorso ottobre da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, e Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo - pone al centro iniziative a supporto delle aziende in ambito di digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere e sostenibilità.
“Il nostro Gruppo conferma e rafforza l’attenzione nei confronti del tessuto produttivo abruzzese mettendo in campo importanti risorse per le imprese locali, nell’ambito del plafond nazionale di 150 miliardi di euro, e rinnovando l’azione congiunta con Confindustria - ha sottolineato Pierluigi Monceri, Direttore Regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo -. Le imprese regionali hanno mostrato capacità di resilienza durante i periodi più duri della pandemia, oggi siamo al loro fianco per fare fronte ad uno scenario nuovamente incerto e dare vita ad un’economia strutturalmente più robusta, sostenendone gli investimenti verso la transizione ambientale e digitale e valorizzando i rapporti di filiera. Gli elementi alla base di questo accordo rientrano nell’ambito del nostro impegno complessivo ad attivare, nell’arco del PNRR, erogazioni a medio-lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle PMI”.
“Il contesto non è facile - ha affermato Marco Fracassi, Presidente di Confindustria Abruzzo- Dopo due anni di pandemia che hanno messo a dura prova le imprese, ora viviamo una nuova fase critica legata ai rincari delle materie prime e all’aumento esponenziale dei prezzi energetici, accentuati al drammatico conflitto russo-ucraino. In questo quadro, bisogna salvaguardare la ripresa promuovendo investimenti negli ambiti di digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere e sostenibilità: fondamentali e attualissimi temi oggetto dell’Accordo con cui le nostre imprese devono necessariamente confrontarsi. Il nuovo Accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria rappresenta pertanto un ulteriore passo nella giusta direzione per aiutare le imprese nella transizione digitale e green per uno sviluppo sostenibile. Questi obiettivi in Abruzzo assumono un significato particolare a causa delle note criticità strutturali delle nostre imprese e quindi l’auspicio è che gli effetti positivi dell’Accordo siano rilevanti e in grado di rispondere alle reali esigenze delle imprese”.
Per Giuseppe Ranalli, Presidente Piccola Industria Confindustria Abruzzo: “Le PMI abruzzesi potranno avvalersi di questo importante impianto di accesso al credito per continuare a lavorare su driver di crescita come la ricerca e l’innovazione tecnologica per impianti e processi. Filiere e sostenibilità sono al centro della nostra attività associativa e in esse ravvisiamo il nostro possibile futuro come Piccole Imprese in grado di mettere a sistema conoscenze e sapere con le grandi. La guerra sta accelerando purtroppo un processo che era già in atto: la frenata della ripresa economica evidenziata da settembre, la mancanza di una strategia di politica energetica che risale a decenni fa e riforme ferme da trent’anni, assieme allo shortage di materie prime. Solo facendo sistema tra imprese e istituzioni economiche e sociali potremo superare questo momento drammatico della nostra storia. Ringrazio Intesa Sanpaolo per la sua grande capacità di coinvolgimento di tutti gli stake holders sul territorio, che da anni permette la realizzazione di importanti iniziative a favore delle imprese”.
L’intesa consolida e rinnova la collaborazione ultradecennale tra Intesa Sanpaolo e Confindustria che, grazie a un’interpretazione sinergica e condivisa del rapporto tra banca e impresa, si è rafforzata nel corso degli ultimi anni. A partire dal 2009 sono stati sottoscritti diversi accordi improntati a una visione di politica industriale di ampio respiro, finalizzati a rendere la finanza e il credito componenti strategiche al servizio della competitività del mondo imprenditoriale. Iniziative congiunte hanno consentito di supportare decine di migliaia di imprese con credito per oltre 200 miliardi di euro, affiancandole nelle fasi più critiche di uno scenario economico in continua evoluzione.
ECONOMIA ABRUZZESE: SCENARIO E TREND TERRITORIALE
A cura della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo
L’invasione russa in Ucraina irrompe in un momento in cui le previsioni di crescita dell’economia erano riviste in rallentamento, sia a livello mondiale che per l’Italia, anche se con numeri ancora fortemente positivi. Per il 2022 si stimava una crescita per l’Italia del +4.3%, con una ripresa diffusa dell’attività grazie all’allentamento delle misure di contrasto alla pandemia. La crisi Russia-Ucraina dovrebbe portare a una minor dinamica pari a circa un punto percentuale.
I livelli di Pil dell’Abruzzo, prima della crisi pandemica, erano ancora al di sotto rispetto a quelli delle crisi precedenti del 2008 e del 2012. Si stima tuttavia un recupero rispetto ai minimi della crisi pandemica con ritmi prossimi a quelli dell’Italia nel suo complesso. L’economia abruzzese stava mostrando buoni segnali di recupero, soprattutto in alcuni settori manifatturieri. In particolare, nel 2021 sui mercati esteri si erano messi in evidenza la meccanica, che ha recuperato completamente i valori esportati nel 2019, ma soprattutto la farmaceutica, che ha raddoppiato il proprio export tra il 2019 e il 2021, l’agro-alimentare, gli intermedi (gomma, plastica e chimica) e l’elettronica.
L’intensità dell’impatto della crisi russa-ucraina dipenderà molto dalla durata del conflitto e delle controreazioni russe alle sanzioni. Nell’economia abruzzese, i settori che potranno subire i maggiori effetti sono quelli legati al mondo dell’edilizia e delle costruzioni, dell’agro-alimentare, della moda e del tessile, dell’automotive e del mobile, che subiranno il peso dei maggiori costi di produzione, in particolare dell’energia, e la scarsità di materie prime.
Sui mercati esteri, l’economia abruzzese ha un’esposizione limitata nei confronti di Russia e Ucraina: nel 2021 le esportazioni sono stati pari a 124 milioni di euro (89 Russia; 35 Ucraina), pari al 1,4% del totale. I valori esportati sono quasi dimezzati rispetto al 2014, quando superavano i 230 milioni di euro. In alcuni settori come sistema moda e mobili l’incidenza dell’export abruzzese verso Russia e Ucraina è superiore alla media nazionale ma resta comunque su livelli molto bassi.
Il peso del turismo russo in Abruzzo sul totale presenze turistiche è inferiore alla media italiana (0,3%), ma in regione la presenza del turismo internazionale, già prima della pandemia, era molto bassa (inferiore al 15%).