L’Aquila — Presentato oggi a Milano il Rapporto Regionale PMI 2023, realizzato da Confindustria e Cerved in collaborazione con UniCredit, che approfondisce la struttura e l’evoluzione dello stato di salute delle piccole e medie imprese italiane da una prospettiva territoriale. Il rapporto analizza i conti economici delle circa 160mila PMI italiane, basandosi sui dati di consuntivo del bilancio 2021 e offrendo stime per il 2022, attraverso i modelli predittivi economico-finanziari di Cerved.
Il Presidente di Confindustria Abruzzo Silvano Pagliuca commenta così i dati per l’Abruzzo: “Sono diversi gli impatti sui sistemi di PMI territoriali degli shock che negli ultimi anni hanno colpito il nostro sistema economico. Tuttavia, la voglia di reagire e fare impresa non manca. Dopo la contrazione pandemica del 2020, nel 2021 si osserva un ritorno alla crescita del numero di PMI nel Paese e L’Abruzzo registra una percentuale di incremento del 5,7% dal 2020 al 2021 maggiore della media nazionale che è del 4,2%. Ma la criticità delle PMI resta ancora la dimensione assai ridotta. Le Pmi son fondamentali per le filiere e per rappresentare al meglio l’Italia nella competizione internazionale perciò vanno supportate. I dati della nostra ripresa economica e produttiva sono impressionanti, nonostante le difficoltà per il sistema delle imprese: attualmente siamo preoccupati per il persistere dell’inflazione che sta spingendo la BCE a un continuo e deciso rialzo dei tassi, che si ripercuote sul costo dei finanziamenti alle imprese e, indirettamente, sul credito richiesto e su quello concesso, così come sugli investimenti. Così viene a mancare un sostegno a produzione e investimenti mentre sarebbe fondamentale per consentire alle imprese di affrontare le transizioni green e digitale. Per questo è un dovere mettere a terra le risorse del PNRR, che potrebbe essere appositamente rimodulato; il ruolo del settore finanziario sarà determinante nel sostenere la transizione delle imprese verso la sostenibilità e più in generale nell’accompagnarle verso una piena consapevolezza e l’integrazione dei principi ESG nelle loro strategie. Speriamo che la Banca centrale europea ascolti le esigenze del mondo produttivo evitando di alimentare un clima di instabilità in un contesto già complesso. Siamo convinti che serva fare ancora più sistema, a livello regionale e nazionale, per tutelare gli interessi della nostra manifattura, delle sue eccellenze, delle piccole e medie imprese, e continueremo a farlo in tutte le sedi possibili. Questo perché abbiamo una visione: un Paese moderno, efficiente, inclusivo e sostenibile, da realizzare seguendo l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze: di genere, generazionale, di territorio e di competenze.”