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Acqua Gran Sasso e laboratori, le prefetture di Teramo e L'Aquila avviano la fase pubblica per il piano di emergenza esterno. SOA E FORUM H2O: ecco le gravissime falle del documento

Attualità  | 08 April 2024

Teramo - Le prefetture di Teramo e l'Aquila hanno avviato la procedura pubblica per il nuovo Piano di Emergenza Esterno dei Laboratori di Fisica Nucleare, sito a rischio di incidente rilevante.

Osservazioni di SOA e Forum H2O: tante le falle nel piano, dopo anni ancora presenti 1.040 tonnellate di nafta pesante nell'esperimento LVD nonostante il sequestro della captazione e l'obbligo di dismissione.

Ammesso dalle prefetture forte rischio sismico ma in cinque anni nonostante la nomina di ben due commissari straordinari niente opere risolutive per la sicurezza in Laboratori, acquedotti di Teramo e L'Aquila e traforo autostradale.

Fase partecipativa per le osservazioni al Piano termina il 15 aprile, chiunque può presentare osservazioni alle prefetture.

La Stazione Ornitologica Abruzzese e il Forum H2O hanno depositato alle prefetture di Teramo e L'Aquila, alla procura di Teramo e a numerosi enti, le osservazioni alla bozza di nuovo Piano di Emergenza Esterno 2024 dei Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso predisposto dalle due prefetture, essendo il laboratorio ancora classificato come impianto a rischio di incidente rilevante in quanto sono tuttora stoccate 1.040 tonnellate di nafta pesante nell'esperimento LVD nonostante l'obbligo di loro allontanamento.

Tutti i cittadini possono presentare le osservazioni per questa fase pubblica prevista dalla legge entro il 15 aprile 2024 inviando una pec alle due prefetture.

Il primo aspetto critico è appunto che tale esperimento avrebbe dovuto essere smantellato proprio per superare la grave violazione delle norme sulla tutela delle acque potabili che impone di allontanare sostanze pericolose stoccate nei pressi dei punti di captazione. L'altro esperimento problematico per la presenza di sostanze pericolose, Borexino, è invece stato finalmente smantellato dopo anni di proteste delle associazioni.

Pertanto appare piuttosto surreale dover presentare osservazioni a un piano predisposto a causa di una situazione di irregolarità: senza LVD i Laboratori non sarebbero più classificati come sito a maggior rischio, con evidente miglioramento della condizione generale di sicurezza del cosiddetto "sistema Gran Sasso", garantendo così finalmente l'attuazione delle precauzioni previste dalle legge per le acque potabili.

Ricordiamo che sono passati sei anni dal sequestro della captazione idrica nei pressi del laboratorio disposto dalla Procura di Teramo, che ha sottratto la disponibilità di circa 80 litri di acqua potabile al secondo destinati alla popolazione. Singolare peraltro che a suo tempo sia stata sequestrata la captazione e non già quegli impianti che determinano la situazione di rischio per la stessa; un po' come sequestrare un fiume e non uno scarico che può inquinarlo. 

La stessa Regione Abruzzo, ente competente alla tutela delle acque, dal 2018 ha messo più volte nero su bianco la richiesta di allontanare tutte le sostanze pericolose dai laboratori. 

Nelle osservazioni è stato evidenziato come nel 2020 il Comitato Valutazione di Impatto Ambientale della Regione aveva ufficialmente subordinato l'esame di nuovi progetti di ricerca presentati dai Laboratori allo smantellamento degli esperimenti Borexino e LVD con l'allontanamento delle sostanze pericolose (nel giudizio 3303 del 10/12/2020 sull'esperimento Cosinus si affermava testualmente: 
"Ravvisata la necessità che il Laboratorio Nazionale del Gran Sasso porti a di Borexino e LVD nel più breve tempo possibile le attività di decommissioning e dismantling e comunque prima di qualunque ulteriore nuova proposta progettuale").

Peccato che a dicembre 2023 lo stesso Comitato, cadendo evidentemente in contraddizione, ha esaminato e approvato un nuovo progetto di ricerca nonostante LVD sia ancora al suo posto. Questo per dire il modo di procedere ondivago e non risolutivo degli enti rispetto alla sicurezza del sistema Gran Sasso.

Le due prefetture evidenziano il gravissimo rischio sismico dell'area, confermando quanto sollevato fin dal 2018 dal Forum H2O sul rischio fagliazione, scrivendo testualmente "Tali effetti però, per quanto sopraesposto, sono di fondamentale importanza in quanto possono essere ricondotti alla possibile riattivazione della sopracitata faglia di Campo Imperatore che, nel proprio intorno (fascia di deformazione), può produrre, oltre alle ipotizzate azioni di scuotimento, anche azioni di taglio dovute all’azione delle fratture secondarie che potrebbe creare alle infrastrutture esistenti rilevanti problemi anche a distanza di alcuni chilometri dal gradino di faglia principale....Per tutto quanto detto non si può certamente escludere che gli eventi sismici, in particolare rilevanti, potrebbero avere riflessi anche all’interno dei Laboratori di Fisica Nucleare." 

Peccato che nei passi successivi della proposta di Piano, negli scenari incidentali, l'impatto di sismi che determinano fagliazione nell'area dei Laboratori non sia proprio esaminato: una falla evidentissima rispetto a quanto ammesso poco prima.

Nonostante siano passati 5 (cinque) anni dall'istituzione del Commissario per l'Emergenza Idrica del Gran Sasso e 4 (quattro) anni da quella del Commissario per il traforo, sorvolando sulla bizzarria dell'esistenza di due commissari le cui sovrapposizioni di competenze devono essere sciolte ricorrendo alla stipula di un protocollo d'intesa, ci troviamo a dover (ri)leggere nella documentazione, nella parte relativa al traforo autostradale, frasi del tipo "I by-pass non risultano dotati di porte EI-Sa (resistenti al fuoco a tenuta di fumi freddi) e pertanto non garantiscono la compartimentazione fra i due fornici. In assenza di interventi di adeguamento dei by-pass, i predetti fornici non possono essere considerati l’uno luogo sicuro rispetto all’altro, non potendosi escludere la propagazione di fumo e calore da un fornice all’altro. Ciò può creare pregiudizio alle operazioni di soccorso, di primo esodo ed evacuazione assistita."

Considerata la persistenza di questa e di altre gravissime deficienze strutturali, alle pagg.42-44 della documentazione delle prefetture, a parte l'elenco delle (precarie) attività svolte dal commissario istituito nel 2003 e venuto meno nel 2008 e l'acquisto (!) operato dal Commissario dal Strada dei Parchi del "progetto per la messa in sicurezza impiantistica ai sensi del D.Lgs. 264/06 e il progetto delle opere propedeutiche di manutenzione strutturale del rivestimento del traforo. Gli interventi impiantistici prevedono il rifacimento degli impianti di illuminazione, ventilazione, segnaletica, SOS, impianti speciali e di telecontrollo, pressurizzazione by-pass, l’impianto erogazione idrica antincendio e il sistema di raccolta liquidi infiammabili. Il progetto ha ricevuto “parere di conformità condizionata” dalla Commissione Permanente Gallerie in seno ad ANSFISA con delibera n. 25/2022 in data 19 dicembre 2022 ed è in fase di avvio l’iter autorizzativo conclusivo." non vengono riportate le attività svolte in concreto sulle opere dai due commissari.

Se a Genova il Ponte è stato ricostruito in un solo anno, qui i lavori rimangono un miraggio!

SOA e Forum H2O hanno altresì segnalato che il documento delle prefetture è contraddittorio quando da un lato ammette che l'acquifero del Gran Sasso alimenta anche sorgenti che danno acqua potabile al pescarese che potrebbero subire danni da eventuali incidenti ma dall'altro non coinvolge quella provincia nelle procedure di sicurezza dettate dal Piano.

Infine le due organizzazioni hanno fatto presente che il Piano non prevede il coinvolgimento dell'Ente Parco del Gran Sasso nelle fasi operative in caso di incidente che può comportare anche situazioni di inquinamento dei corsi d'acqua e dell'acquifero, nonostante l'area protetta abbia numerose competente addirittura di carattere nazionale per la tutela dell'ambiente.

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