Presso la sede aziendale ALL.COOP. (Amadori) di Mosciano Sant’Angelo si verifica da tempo una situazione a danno dei lavoratori e delle lavoratrici, che è stata sottoposta all’attenzione della Consigliera di Parità della provincia di Teramo.
“Dopo aver ricevuto - afferma Monica Brandiferri - le segnalazioni di alcuni dipendenti precari dello stabilimento di Mosciano Sant’Angelo, che manifestavano di subire discriminazioni dirette e indirette in base all’art. 25 del Decreto Legislativo n. 198 del 2006, ho chiesto e ottenuto come Consigliera di Parità della Provincia di Teramo, che si occupa tra le altre cose di discriminazioni nei luoghi di lavoro, un incontro con Alfredo Marchetti, Responsabile relazioni industriali e contenzioso del Gruppo Amadori, al quale ho fatto presente la mancata stabilizzazione di lavoratrici e lavoratori che sono in pieno possesso dei requisiti previsti, tra cui anche quello in merito all’anzianità di servizio. Inoltre ho evidenziato anche altre criticità che pongono in essere discriminazioni sui luoghi di lavoro. Le problematiche segnalate venivano attenzionate e condivise dal Dottor Marchetti, che ad ogni modo mi trasmetteva un parere legale, peraltro non richiesto, tutto incentrato sui caratteri e sulla natura del rapporto di lavoro agricolo, che nulla rileva in relazione a quanto rivendicato dai lavoratori e dalle lavoratrici.
E’ importante sottolineare che si tratta di lavoratrici e lavoratori che vantano con la suddetta azienda un rapporto di collaborazione ultraventennale, assolutamente meritevoli della collocazione a tempo indeterminato non solo tenendo conto dei requisiti canonici, ma anche per quanto concerne l’adozione da parte loro di comportamenti esemplari, avendo come unico obiettivo la crescita dell’azienda, lo sviluppo e la promozione del brand, il raggiungimento di ottimali standard di produzione e la certificazione degli elevati livelli qualitativi del complesso industriale.
Come Consigliera di Parità auspico il raggiungimento di una soluzione che possa venire incontro alle legittime richieste dei dipendenti. Pertanto sono a chiedere nuovamente un intervento risolutore, che si rende necessario per tutelare lavoratrici e lavoratori che rivendicano legittimamente il diritto di rendere stabile la loro attività e di poter operare in condizioni di benessere lavorativo”.