C'è un 25 luglio per tutti. Intanto semplicemente ricordando il 25 luglio, la mente torna alla caduta del fascismo (indicata anche come 25 luglio 1943 o semplicemente 25 luglio), avvenimenti che si susseguirono " in Italia dalla primavera del 1943, culminando nella riunione del Gran consiglio del fascismo del 24-25 luglio al termine della quale venne decisa la deposizione di Benito Mussolini. Gli eventi furono il risultato di manovre politiche parallele avviate dal gerarca Dino Grandi e dal re Vittorio Emanuele III, il cui esito finale fu la caduta del governo fascista dopo quasi ventuno anni, l'arresto di Mussolini e la conseguente nomina da parte del re di un nuovo capo del governo nel maresciallo dell'esercito Pietro Badoglio". Il nostro, inteso come città distesa fra due fiumi, 25 luglio è legato al pallone che stando a tre sentenze- Covisoc, Figc, Coni - è scoppiato. Di questi tempi quando il pallone era cosa nostra avevamo già visitato i ritiri, Norcia, Isola del Gran Sasso, Castorano, avevamo conosciuti tutti, avevamo anche partecipato alle cene di ingresso con il caro ed indimenticabile Gaetano Bonolis, medico sociale, nostro consulente dietologo, tappi di spumante con Cerulli Irelli, con Malavolta padre e figlio, cofane di gelati ad Isola, avevamo insomma il Teramo nel cuore e nella gola. Ogni giorno nel ritiro era una festa. Cuore e gola. Avevamo. Perché ultimante era stato negato tutto, contatto, dalla casa di vetro alla casa blindata, recinti dappertutto. Ma nessuno si aspettava che dietro l'angolo ci fosse il nostro 25 luglio. Magari il paragone è eccessivo. Ma è un brutto periodo e quello che ci aspetta sarà ancora peggio. “La stampa più libera del mondo intero é la stampa italiana. Il giornalismo italiano è libero perché serve soltanto una causa e un regime; é libero perché, nell'ambito delle leggi del Regime, può esercitare, e le esercita, funzioni di controllo, di critica, di propulsione”. Dichiarazione di Benito Mussolini a Palazzo Chigi, il 10 Ottobre 1928".
Il cronista matusa