Teramo - Ancora una rivolta dei detenuti nel carcere teramano di Castogno. Sono state necessarie 5 ore, ieri pomeriggio, per sedare gli animi dei dieci reclusi che si sono ribellati al trasferimento di uno di loro: i detenuti si sono barricati nella sezione media sicurezza utilizzando tavoli per serrare le porte e spaccando vetri e suppellettili. “A questo hanno portato questi anni di ipergarantismo nelle carceri, dove ai detenuti è stato permesso di autogestirsi con provvedimenti scellerati 'a pioggia' come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle Sezioni. E queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare sia penale, i detenuti violenti, non assume severi provvedimenti". Così, sulla vicenda, il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Donato Capece che aggiunge: “Il personale di Polizia Penitenziaria non ha ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi, scudi, kit antisommossa e sfollagenti promessi dal Dap - aggiunge - Servono anche apparecchiature per impedire l'uso di cellulari nelle Sezioni detentive. Sull’ episodio interviene anche la Uilpa Uil. "Purtroppo il sistema Penitenziario italiano si sta mostrando sempre più un colabrodo - afferma il segretario locale di Teramo, Francesco Pinelli - Ci si chiede, arrivati a questo punto: deve scapparci il morto, come spesso accade in Italia, prima di intervenire?”