Nell’impostazione del mio programma, ho voluto che la strategia per l’attrazione delle imprese, fosse al primissimo posto. Nella declinazione “smart” della mia agenda per la rinascita di Teramo, nel tradurla in una metafora sportiva, ho voluto che fosse “l’attacco” il riferimento immediato per quella che sarà, da Sindaco, l’attività mia e di tutta la mia Giunta. Perché il rilancio della nostra città passa, inevitabilmente, attraverso la creazione di nuove opportunità di lavoro, perché è il lavoro che crea nuova economia, costruisce le basi per l’insediamento di nuove famiglie, quindi per un’inversione delle tendenze demografiche, per la crescita del commercio. Una città senza lavoro è una città senza prospettive.
Teramo ha dalla sua una posizione geografica invidiabile, è collegata con le grandi arterie autostradali, ha una dimensione “ideale” per le imprese che, seguendo una produttività che è fatta anche di valori umani, vogliano investire su territori nei quali quel rapporto è ancora fatto di distanze possibili e di tempi accettabili. La storia dell’economia italiana, in fondo, è storia delle province operose, delle cittadine che si identificano in una scala di valori non soltanto finalizzata alla produzione e al profitto.
Il compito del prossimo Sindaco di Teramo, sarà quello di fare della nostra città un polo attrattore per l’insediamento di nuove aziende.
Una sfida che vincerò, con la mia squadra di governo, puntando su una strategia chiara ed efficace, che abbia in un nuovo Piano di Marketing territoriale il suo fulcro. Un piano che, ovviamente, non dimentichi il tessuto produttivo esistente, anzi: lo gratifichi, ma che sappia creare le condizioni per l’insediamento di nuove realtà aziendali che creino occupazione e ricchezza economica per il territorio. Tutto ciò sarà realizzato prevedendo una costante e proficua collaborazione e sinergia con il Nucleo Industriale (ARAP) e con l’attivazione di un pacchetto di misure per favorire la localizzazione delle imprese nel territorio comunale, che prevedano forme di incentivazione urbanistica, penso ad esempio alla cessione delle aree a prezzo convenzionato, inferiore a quello di mercato; penso alla riduzione degli oneri di urbanizzazione, progressiva in base alla classe energetica degli interventi edilizi e all’applicazione di criteri di ecosostenibilità (utilizzo materiali di riciclo, recupero acqua piovana, produzione di energia da fonti rinnovabili; penso alle incentivazioni fiscali/tributarie (agevolazioni IMU, TARI,...; penso al coinvolgimento del settore bancario e dei confidi per l’accesso al credito e l’ottenimento di finanziamenti agevolati; penso al potenziamento dei servizi di supporto alle imprese, quali l’ ottimizzazione dello Sportello Unico Attività Produttive comunale anche quale sportello accreditato Invitalia per assistenza ai nuovi
imprenditori, per le convenzioni con ordini professionali, le associazioni di categoria l’università, ma anche per miglioramento gestione rifiuti e la creazione di nuove, moderne ed efficientissime infrastrutture digitali. Ma se queste sono soluzioni possibili, facilitazioni adottabili, la vera sfida sarà quella del vero “Piano di marketing d’area industriale”. Per quanto importanti, infatti, le incentivazioni, le facilitazioni, le procedure semplificate e abbreviate, potrebbero non risultare decisive nello spingere un imprenditore ad investire nel nostro territorio.
Serve altro. Serve di più. Serve Teramo.
Serve una Teramo che sappia andare all’attacco, che sappia imporre la sua nuova immagine di area ideale per lo sviluppo delle nuove imprese. Servono: unbrand comune (una sorta di Made in Teramo) legato ad un'immagine coordinata; lo sviluppo di un portale web dedicato alle imprese presenti e a quelle che verranno anche con soluzioni di realtà virtuale ed aumentata; il miglioramento segnaletica/cartellonistica anche attraverso l'utilizzo di pannelli infosmart e monitor elettronici da installare in luoghi nevralgici del territorio; l’organizzazione di eventi di visita e presentazione delle singole realtà (Fabbriche Aperte); una comunicazione di impresa innovativa, attraverso la produzione di audiovisivi, dal filmato a forte impatto visivo al cortometraggio istituzionale, realizzati da giovani film maker e diffusi in rete (cinema d’impresa); l’allestimento di uno show room nel centro di Teramo (o altro luogo strategico) che, combinando strumenti on line ed off line, presenti le aziende presenti; un accordo con le università per un premio annuale destinato alle migliori tesi di laurea incentrate sulle realtà imprenditoriali dell’area; un concorso di idee che, in un'ottica di open innovation, identifichi e premii le migliori soluzioni innovative sulle necessità palesate dalle aziende; l’utilizzo dei canali e delle relazioni commerciali sviluppate dalle aziende per promuovere Teramo e il suo territorio; la sperimentazione di modelli di responsabilità sociale di impresa creando le condizioni per selezionare progetti a rilevante impatto sociale supportati dalle aziende del territorio (profit che adotta il no profit).
Quella che teorizzo, è una rivoluzione culturale.
Non possiamo sperare di portare nuove aziende a Teramo, se prima non restituiamo a Teramo la visibilità che merita. Ecco, dunque, perché parlo di “attacco”, perché siamo noi teramani a doverci riprendere il nostro posto, a dover pretendere il nostro spazio di visibilità e la nostra quota di opportunità.
La politica comunale, in particolare nell’ultimo quinquennio, si è completamente estraniata dal sistema di relazioni istituzionali (lecite, legittime e doverose) che le stesse istituzioni devono sviluppare con i network produttivi ed imprenditoriali. La zona industriale e artigianale del Comune di Teramo ha perso attrattività non attirando investimenti privati importanti anche a livello di nuova occupazione, così riducendosi, a fronte del simultaneo e concreto sviluppo di aree produttive in comuni limitrofi e in generale provinciali e regionali, a ben poca cosa anche sotto il profilo strutturale.
Dobbiamo invertire la rotta. Teramo deve farsi promotrice e motore di un sistema territoriale intercomunale finalizzato alla promozione di una diversa dimensione programmatoria per lo sviluppo di progetti di cooperazione strategica e intraprendere percorsi virtuosi, per migliorare l’organizzazione di servizi e colmare deficit infrastrutturali prioritari in una logica di complementarità e specializzazione del sistema territoriale. La strategia di sviluppo che adotteremo, non può prescindere da un piano di marketing territoriale e di
comunicazione (PMT) concepito come uno strumento organico integrato con la programmazione e la pianificazione strategica a livello provinciale, regionale e nazionale. Il PMT di Teramo sarà strutturato per sostenere e valorizzare il sistema competitivo locale e per la promozione di poli di attrazione di investimenti dall’estero. Teramo deve diventare una Città moderna e come tale deve puntare sull’innovazione.
La trasformazione digitale deve partire dalla pubblica amministrazione. Non è possibile digitalizzare il territorio se il principale erogatore di servizi essenziali per il cittadino e per l’impresa non è digitalizzato. La digitalizzazione del Comune incentiva e accelera anche la digitalizzazione delle imprese locali, soprattutto di quelle piccole e medie, migliorando al tempo stesso i servizi offerti ai cittadini: contestualmente, contribuisce alla diffusione della cultura e delle competenze digitali.
Il nostro obiettivo è rendere Teramo una città intelligente e digitale, che non lasci indietro nessuno nel processo do digitalizzazione e di opportunità che la tecnologia fornisce.
Per Città efficiente pensiamo, soprattutto, alla macchina comunale, che deve essere orientata verso le reali esigenze della persona e del cittadino e deve essere in grado di intercettare e adattarsi ai cambiamenti, Più flessibilità, meno burocrazia e un’azione determinata nel ridurre la distanza tra Ente e cittadini come nell’affermare una cultura della totale trasparenza e del contrasto a qualsiasi forma di comportamento illecito.
Sostenibilità significa, anche, intervenire sul settore energetico, in vista di un modello nuovo di sviluppo attraverso il migliore utilizzo delle ingenti risorse comunitarie e nazionali.
La Smart City verrà dunque strutturata in modo da sostenere le PMI del territorio, corredando le strutture aziendali di nuovi strumenti, adatti ad affrontare il mercato in continua evoluzione. La Città si deve prestare a diventare un laboratorio vivente di progetti digitali, obiettivo da perseguire attraverso una strategia e una programmazione di medio-lungo termine.
Carlo Antonetti