Montorio al Vomano - Una tavola rotonda sulle aree interne per ascoltare, conoscere e mettere in rete. Si è aperto così, questa mattina al Convento degli Zoccolanti di Montorio al Vomano, il lungo anno di iniziative legate all’anno giubilare di San Berardo, patrono della diocesi di Teramo-Atri.
Il convegno (Ri)Abitare il futuro è stato organizzato dalla Caritas diocesana, già in prima linea negli aiuti a seguito del sisma del Centro Italia nel 2016 e più di recente promotrice di studi, analisi e incontri con gli amministratori locali finalizzati al rilancio delle aree interne della diocesi.
Presenti al convegno – moderato dal direttore della Caritas Don Enzo Manes insieme alla vice direttrice Anna D’Eustacchio – i sindaci del territorio, le autorità locali e il nuovo Commissario straordinario alla ricostruzione post sisma 2016, Guido Castelli. Nel suo intervento il senatore ha voluto mettere l’accento sugli aspetti umani e sociali legati alla ricostruzione rispetto a quelli tecnici. «Non c’è ricostruzione possibile senza riparare e rivitalizzare il tessuto sociale profondo di questi territori: le imprese, la cooperazione, volontariato. In Abruzzo non è stata alzata bandiera bianca, non c’è rassegnazione» sono state le parole del Commissario. «Occorre intercettare una vitalità che è presente. Due sono però le precondizioni per un rilancio di queste realtà che sono l’ossatura della nostra identità nazionale: il tema delle famiglie e della possibilità di mettere al mondo figli, tema che deve essere orizzontale a tutte le altre politiche, e quello della terza età perché se da una parte si nasce meno, dall’altra si vive più a lungo. Questi borghi allora devono avere strutture tali da esaltare la domiciliarità per le persone anziane. Serve un’attitudine antropologica a farsi prossimi. Senza cìò non esiste ricostruzione possibile. Con questa chiamata all’impegno da parte di Monsignor Leuzzi a tutta la comunità non si poteva trovare modo migliore per iniziare l’Anno Berardiano».
Presente anche il Rettore dell’Università di Teramo, il Professore Dino Mastrocola. «Nelle quattro regioni colpite dal sisma 2016 – ha ricordato il Magnifico Rettore – sono nati quattro centri di ricerca. Tra questi, insieme a quelli di Camerino, Perugia e Rieti, vi è quello sull’agroalimentare di Teramo. L’università, nel suo ruolo di prossimità, si conferma quindi baluardo e presidio economico tra i più importanti dei territori interni. Agroalimentare e turismo, nello specifico, sono due chiavi di volta per il futuro della nostra area. Il nuovo corso in Diritto dell’Ambiente dell’Università di Teramo è unico a livello nazionale e ci aspettiamo interesse verso questa proposta formativa. Altro elemento decisivo per la crescita è l’inclusione: nell’ateneo teramano daremo l’opportunità a persone disabili, che non hanno conseguito il diploma, di iscriversi per conseguire un attestato di frequenza».
Il Vescovo Lorenzo Leuzzi ha delineato in conclusione il senso complessivo di questa iniziativa fortemente voluta come primo passo del lungo cammino dell’Anno Berardiano: «in un mondo globalizzato l’appartenenza territoriale a comunità è importante. Solo a partire da questo senso di appartenenza è possibile valorizzare e aiutare i giovani talenti. Quelli lontani a sentirsi parte di una comunità locale. Quelli che decidono di restare nei luoghi d’origine ad aiutarli a comprendere che la loro permanenza non è una scelta di marginalità ma è una scelta importante per la costruzione di tutta la società. Dunque la chiave per il futuro delle aree interne è coniugare appartenenza e senso di globalità».