Pescara - L'artigianato abruzzese continua a contare le perdite: all'appello, alla fine del 2021, mancano infatti 200 imprese, relegando l'Abruzzo al penultimo posto della graduatoria nazionale. A rilevarlo e' lo studio realizzato da Aldo Ronci per conto della Cna Abruzzo su dati di Movimprese, il sistema informatico delle Camere di commercio italiane. In particolare, nel 2021 le iscrizioni sono state 1.414, mentre le
cessazioni 1.614, con un decremento dunque di 200 unita’. "Nel calcolo delle cessazioni, oltretutto, occorre tener conto - sottolinea Ronci - che sono state depurate di quelle ‘d'ufficio' decretate dagli enti camerali. In valore percentuale, le imprese artigiane abruzzesi hanno subito una flessione dello 0,68%, dato in controtendenza rispetto invece all'incremento registrato a
livello nazionale, che e' stato dello 0,79%". Cifre assolute e percentuali negative relegano cosi' inesorabilmente l’Abruzzo nella parte più bassa della classifica tra regioni, dove a far peggio sono state le sole Marche, e con solo quattro regioni (ci sono anche Umbria e Molise nel gruppetto) sotto lo zero, ovvero in decrescita. Mentre tutte le altre hanno manifestato segni evidenti di
ripresa, con la Campania in cima alla graduatoria e capace di un incremento che sfiora il 2%. Il 2021 ha insomma confermato le tendenze negative degli anni precedenti. Segno negativo che ha attraversato l'Abruzzo in modo sostanzialmente omogeneo, con punte negative a Chieti (-69) e L'Aquila (-60), con Teramo (-41) e Pescara (-30) appena appena meno provate.