Ed ora lo spettacolo può avere inizio. Il cast è al completo, sul palcoscenico maschere senza volto, attori alle prime armi, debuttanti, nani, ballerini, comparse di quarto ordine. E' lo spettacolo. “L'umanità è una mandria di esseri che devono essere governati con la frode, l'inganno, e con lo spettacolo. Edmund Burke”. Ma nel caso specifico, insomma su quello che si sta realizzando nella città distesa fra due fiumi, calcisticamente parlando, calza meglio quanto ebbe modo di scrivere David Letterman: ”Non c'è affare come lo show business, ma ci sono parecchi affari come la contabilità.” Sotto, sotto quando vai a scavare trovi l'euro. Come la vecchia a cara pepita dei cercatori del vecchio West. E attorno all'euro che si balla. Alla fine in sala resteranno solo le impronte delle carpe vellutate e le gocce di sudore. E noi che assistiamo da lontano allo spettacolo avvertiamo l'amaro in bocca anche gustando un cono al pistacchio. Sarà colpa della gastrite? Certo lo spettacolo è classico dei cinema di periferia, il sipario strappato, le lampade fulminate, poltrone bruciate dalle sigarette lasciate accese, insomma verrebbe da dire che c'è odore di bruciato. Che abbiamo dato fuoco alle colline di Battaglia di Campli? Strano non abbiamo visto le squadre dei nostri cari vigili del fuoco "arrampicarsi" fin lassù in vetta. Ma l'odore di bruciato è forte. Ma lì i soldi non puzzano (frase pronunciata dall'imperatore Vespasiano per tacitare il figlio Tito che gli aveva rinfacciato la tassa posta sulla raccolta dell'orina da parte dei conciai di pellame). E ancora non finiamo di sfogliare il mese di luglio. Teramo indomita. Ma veramente.
Il cronista matusa