Teramo - "Ieri eravamo al presidio presso il carcere Castrogno, accanto alla famiglia di Patrick e alle numerose persone che hanno preso parte all’iniziativa, per ribadire che non arretreremo di un centimetro nel chiedere che venga fatta luce sulla storia di un ragazzo di vent’anni preso in custodia dallo Stato e, dopo 6 ore, riconsegnato senza vita alla famiglia". Questo l'incipit della nota di Casa del Popolo.
"Ci siamo ritrovati fuori da uno dei peggiori penitenziari d'Italia, che da tempo chiediamo a gran voce venga chiuso, per richiamare alle proprie responsabilità chi ha deliberatamente scelto di ignorare il quadro psicologico di Patrick e le fragilità (certificate) che lo rendevano incompatibile con il carcere, a partire dal magistrato che ha firmato l'ordinanza.
Per gridare che l’omertà regnante tra gli operatori di Castrogno, nonché il silenzio della direttrice del carcere, sono assordanti.
Ieri, a gran voce, anche noi abbiamo chiesto le sue dimissioni, restando tuttavia convinti che la morte di Patrick non rappresenti un tragico, isolato evento, magari da imputare soltanto a qualche singola “mela marcia” e risolvibile con la rimozione qualche funzionario particolarmente incompetente: Patrick è l’ennesima vittima di un intero sistema carcerario che, con accanimento deliberato, infligge ovunque sofferenze, umiliazioni e torture a migliaia di persone e che va, semplicemente, abolito.
Preziose infine sono state le parole dei ragazzi dell'Associazione Asperger. Ragazzi neurodivergenti come Patrick, che ieri per primi hanno urlato la loro rabbia per la sua vita spezzata, spiegando cosa sia un "meltdown " (una crisi), e quale sia il comportamento adeguato da tenere in queste situazioni così delicate evidenziando in maniera definitiva il grave errore di aver richiuso Patrick in carcere.
IL CARCERE È IL PROBLEMA NON LA SOLUZIONE" conclude Casa del Popolo.