Teramo - Casa del Popolo torna sulla tristissima vicenda della morte di un giovane sul lavoro. "È difficile trovare le parole giuste per affrontare lucidamente questa ennesima tragedia che ha colpito la nostra città.
Un ragazzo di 25 anni è morto mentre lavorava in cantiere in piazza Sant'Agostino angolo via Vezzola.
Nella nostra comunità i sensi di impotenza e fatalità hanno trovato già risposta a tutte le domande del caso, creando nell'opinione pubblica un rimpallarsi di domande.
Questo ragazzo era preparato a salire sui ponteggi? Era forse spericolato?
Tutte domande legittime.
Nessuno però si è domandato: ma chi è che verifica se erano presenti le condizioni per lavorare in sicurezza? Chi deve mettere pressione alle ditte per verificare se gli operai lavorano con tutti i crismi? Quando è passata la "Sicurezza" l'ultima volta nel cantiere?
Molti di noi sono operai e possiamo affermare che di controlli nei posti di lavoro ne vediamo pochi o nessuno. Forse questo senso di invulnerabilità che i padroni sentono nei confronti di chi deve effettuare i controlli è una minaccia alla vita di lavoratori e lavoratrici?
L'Italia è il paese del giorno dopo. Finché qualcosa non ci tocca allora non ci riguarda. Sbagliato!
Il bonus 110% ha portato tanti benefici ma ha anche evidenziato la mancanza di formazione tra i neoassunti che spesso si trovano a fare mansioni pericoloso non adatte alla loro formazione.
A L'Aquila il cantiere più grande d'Europa i controlli sono serrati e quotidiani. Chiediamo lo stesso in tutta Italia e anche se qualcuno storcerà il naso non ci dispiace: le nostre vite valgono più di ogni palazzina, di ogni quattrino e se il cantiere non è stato ispezionato e non viene controllato non deve aprire.
Basta morire di lavoro.
Chiediamo alle Istituzioni, se davvero si preoccupano della popolazione, uno stop ai cantieri fino a che tutti non vengano controllati.
Il Profitto non deve piú uccidere".