Cerulli e Malavolta, due presidenti di un calcio che non c'è più
Un cronista matusa conserva ritagli di giornali. Spesso capita di averceli fra le mani e in questi giorni non si parla in città di covid, di asfalti, di guerra, di caldo, di sete, di razionamento energetico. C'è un solo argomento sul quale si dibatte ma senza spellarsi le mani. Forse perché ne abbiamo viste tante che anche le ultime avversità non hanno inciso oltre il dovuto su ferite ancora sanguinanti. “Le nostre ferite sono spesso le aperture nella parte migliore e più bella di noi.” David Richo. E dunque rileggendo i ritagli stampa di una volta (come non ricordare L'Eco della Stampa che è stata e resta una società che si occupa di produrre rassegne stampa personalizzate attraverso il monitoraggio di: stampa, televisione, radio, internet e social network. Fondata nel 1901 da Ignazio Frugiuele, è attualmente guidata dalla quarta generazione della famiglia. È il primo operatore del settore sul mercato italiano) balzano alla ribalta due presidenti del Teramo che meritano una rilucidatura come si fa con gli ori di famiglia. non fosse altro perchè avevano dimestichezza con il congiuntivo. "C’era una volta il congiuntivo. Incubo degli scolari, idolo dei pedanti, fiore all'occhiello dell’epistolografia amorosa, a tutti i livelli. Nei salotti i ben pensanti e i ben parlanti tremavano nell'affrontare la desinenza d’un congiuntivo, sbagliarla era una gaffe imperdonabile, peggio che indossare scarpe marrone con lo smoking. Cesare Marchi". Ma può andare bene anche "Usare il congiuntivo vuol dire avere il cervello con le marce. Beppe Severgnini". Ma lasciamo da parte il congiuntivo e torniamo al pallone. E allora fuori nomi Nanni Cerulli Irelli e l'indimenticabile Romano Malavolta. La storia della squadra biancorossa ci ricorda che "Presidente nell’89 divenne Nanni Cerulli Irelli, che tra mille problemi condusse la società fino al 1997. Sul campo arrivarono la retrocessione nel Cnd del ’92 e il trionfale ritorno in C2 del ’94, poi tre stagioni anonime al termine delle quali un Cerulli ormai esausto cedette la società a Romano Malavolta junior, giovane rampollo di una famiglia di industriali dell’alimentare. Il Teramo aveva finalmente una proprietà forte e tanti soldi da spendere. L’obiettivo del ritorno in C1 venne centrato nel 2002, con Zecchini alla guida tecnica e il bomber albanese Myrtaj uomo decisivo, dopo quattro tentativi sfortunati (e tre play off persi). La prima stagione in C1 fu splendida e sfortunata (play off per la B persi con il Martina), poi cominciò il declino di Malavolta. Sempre meno soldi e sempre più problemi, non solo tecnici e di bilancio ma anche e soprattutto di salute. La retrocessione in C2 del 2007 fu solo l’anticamera di quanto accadde nel 2008. Nell’anno in cui Teramo aveva un nuovo, grande stadio, non aveva più la squadra".Storia di ieri. Nanni e Romano. Due signori, uno posato, attento, modi garbati, l'altro esuberante, pieno di gioia di vivere (poi il destino ha deciso di portarcelo via per sempre). Due presidenti di una epoca diversa, di un calcio che probabilmente non c'è più, due presidenti che escono ingigantiti alla luce delle miserie umane di oggi, due presidenti che hanno lasciato il segno, due presidenti doc. Così alla luce degli ultimi attacchi al congiuntivo (Recriminare sul congiuntivo perduto è ormai come piangere sul tabù della verginità.Gesualdo Bufalino) ricordare Nanni e Romano crediamo sia opera giusta e sacrosanta. Come a voler dire i nostri ori li abbiamo avuti e ce li teniamo stretti in bacheca. Degli attori senza volto in palcoscenico non resta traccia. Perché è giusto che sia così.
Il cronista matusa
