Valle Castellana - Chiede a dei giovani di non urinare all’esterno del suo ambulatorio ma qualche giorno dopo il medico viene aggredito da un 20enne, probabilmente facente parte del gruppo. E' accaduto sabato a Valle Castellana. In servizio alla Guardia medica del paese è stato brutalmente aggredito all'esterno del suo ambulatorio. All'origine dell'episodio ci sarebbe la richiesta, avanzata dal medico a un gruppo di giovanissimi, di non urinare nei pressi della struttura sanitaria e di qui, si presume, la vendtta. Preso a calci e pugni: frattura del setto nasale, due costole, e una prognosi di 30 giorni. Piena e totale solidarietà al dottor Maurizio Doroni, medico di continuità assistenziale, che sabato notte è stato aggredito durante lo svolgimento di un turno nella sede di Valle Castellana. Non è purtroppo il primo caso di violenza su operatori sanitari all’interno del luogo di lavoro. “Siamo fortemente rammaricati per quanto accaduto nella sede di guardia medica di Valle Castellana”, dichiara Franco Santarelli, direttore generale facente funzione della Asl di Teramo, “simili comportamenti vanno condannati e stigmatizzati dalla stessa comunità locale. Non è accettabile che chi si adopera per garantire risposte ai bisogni di salute in un qualsiasi contesto si trovi ad essere vittima di violenza”. Essendo Valle Castellana una zona disagiata in cui è difficile trovare personale medico disponibile, alla Asl è impossibile allo stato attuale reperire altri medici di continuità assistenziale per cui il turno di guardia medica rimarrà scoperto nei prossimi giorni. “Sedi prive della necessaria sicurezza, subito misure a tutela dei medici”
“L’aggressione al collega di guardia a Valle Castellana, ennesimo grave episodio di violenza a danno dei medici addetti al servizio di continuità assistenziale, è la dimostrazione di come le sedi in cui operiamo siano prive degli standard sufficienti a garantire l’incolumità degli operatori”. A dichiararlo è Valentina Antonacci, segretario provinciale e vicesegretario regionale della Fimmg, il sindacato dei medici di medicina generale.
“Mi riferisco, in particolare – continua Antonacci – ai requisiti previsti dall’allegato 4 dell’Accordo integrativo regionale per la disciplina dei rapporti tra i medici di medicina generale e il Servizio sanitario nazionale, che prevede, tra le altre cose, la presenza di un impianto di allarme collegato con le forze dell’ordine, porte di accesso blindate, la vigilanza armata e sistemi di videocitofono e videosorveglianza nelle sedi maggiormente a rischio oltre che inferriate alla finestra per le sedi a piano terra”.
“Esprimiamo solidarietà al collega brutalmente e vigliaccamente aggredito mentre svolgeva il suo lavoro – conclude il segretario provinciale della Fimmg – e torniamo a chiedere, come peraltro già fatto in altre occasioni in questi anni, che siano prese dalle autorità e dagli enti competenti misure tali che simili episodi non si ripetano più”.