Roseto - “La Corte di Giustizia Tributaria di I grado di Teramo sta annullando anche gli avvisi di accertamento sulla Tari 2016 e 2017, con condanna del Comune di Roseto al pagamento delle spese legali che superano per ogni ricorso 6.500 euro compresi IVA e cap”, esordisce la consigliera comunale, capogruppo dei Liberi Progressisti, Rosaria Ciancaione, “e in questo caso al Comune costerà davvero tanto essersi avventurato su accertamenti retroattivi solo sulla base di foto aeree del 2018 e, tenendo conto che tante attività hanno fatto ricorso, l’Ente rischia di pagare spese legali che possono superare i 250 mila euro”. Il tema è stato affrontato dalla capogruppo Ciancaione nel consiglio del 28 ottobre u.s. evidenziando come si continui a creare contenzioso opponendosi, tra l’altro, a sentenze che dovrebbero chiudersi con la restituzione delle somme non dovute, come nel caso della mozione approvata all’unanimità nel consiglio del 26 maggio scorso sulla Tari 2018, in esito alla Sentenza del Tar Abruzzo n. 83/2019 sul ricorso presentato dalla coop. balneatori Roseto-Pineto, dall’Ara albergatori, da Assorose commercianti.
Una mozione pure integrata con un emendamento affinchè il Comune predisponesse entro tre mesi un piano di rimborso anche pluriennale in modo da consentire la restituzione nell’arco di tre/cinque anni delle maggiori somme pagate.
“Invece”, prosegue la consigliera, “in modo assolutamente ingiustificato, con delibere del 30 giugno scorso, a distanza di un mese dall’approvazione della mozione, il Comune si oppone in Cassazione a ben 20 sentenze della Commissione tributaria regionale per l’Abruzzo che riconoscevano ai balneatori ed altri operatori economici il diritto di pagare somme ricalcolate sulla base della sentenza del Tar n. 83/2019 che ne aveva accolto le doglianze. E non ci si venga a dire che i ricorsi devono essere portati fino in Cassazione, a prescindere, per evitare responsabilità e danni per l’Ente, quando i danni, a ben vedere, probabilmente ci saranno davvero sia perché queste opposizioni hanno il sapore della temerarietà sia per il rischio di un giudizio di ottemperanza più volte annunciato dai balneatori che, vista la situazione, potrebbe arrivare a breve. Ci domandiamo quanti costi aggiuntivi, senza riscuotere il giusto tributo il comune dovrà affrontare e quanto questi peseranno nelle tasche dei cittadini”.
“Le Sentenze non sono carta straccia e il Comune le deve correttamente applicare e se questo non è, allora vuol dire che siamo di fronte a tanti annunci ma, nel merito, purtroppo, siamo ancora davvero carenti e in questo momento tanto difficile per cd. caro bollette e carburante, con stipendi che risultano più bassi di trent’anni fa, in particolare per i precari, ci aspetteremmo, invece”, conclude la consigliera, “un importante segnale di attenzione, a cominciare dalla restituzione degli 800 mila euro ai cittadini sulla Tari 2018 e dalla chiusura di tutti i contenziosi in essere, assicurando quello che in un Paese democratico si chiama diritto”.