Il disco che ha avuto più impatto nella vita di Alex Rodriguez, Los Angeles, California, è stato Angel Hair dei 7", del 1994, che esplose letteralmente nella sua testa. Da quel momento Alex cominciò a collezionare dischi, vinili, 33 e 45 giri: aveva 14 anni. La sua collezione all'inizio comprendeva qualche disco punk e oggi, dopo 24 anni, ne conta 23000 di vinili. I dischi sono la sua droga. Non sa più dove metterli. La maggior parte li lascia direttamente dentro gli scatoloni con cui li ha riportati a casa dal negozio. Alcuni scatoloni imbottiti di vinili fanno da base al suo materasso.
Stivaletto di pelle marrone chiaro con lampo laterale, jeans attillato a zampa, qualche t-shirt, piuttosto scure, nere, che colorate, il logoro portafogli di tela con la chiusura a strappo anni '90, e via sulla sua berlina Ford fino alla East Coast a caccia di negozi di dischi, piccoli grandi e giganteschi, dai villaggi più sperduti del West e del Midwest, alle città e alle metropoli dell'East, Detroit, Philadelphia, New York.
È un viaggio di un mese quello che Alex, periodicamente, dedica alla caccia dei vinili che ancora non possiede, e incontra altri collezionisti come lui, altri pazzi scatenati, pure peggio di lui, perché Alex i negozi di dischi li conosce quasi tutti, e ci passa delle ore al loro interno, infilandosi in ogni anfratto perché cerca sempre dove nessuno va a guardare per arricchire la sua collezione, e ne riesce inevitabilmente con decine di vinili in braccio. La sua è una ricerca senza fine e quando lascia un negozio per lui è sempre un arrivederci perché sa per certo che ci ritornerà prima possibile a cavar vinili.
In questo documentario di Vincent Vittorio (Record Safari, 2020, liberamente disponibile su YouTube in lingua originale), imperdibile per chi ancora ricordi di aver passato ore emozionate dentro il negozio di dischi della propria città, soprattutto se in provincia, la prima cosa che salta all'occhio è che, più che la musica – migliaia di ore di canzoni che non si avrà mai vita sufficiente per ascoltarle tutte, come lamenta anche Lenny Kaye, storico chitarrista di Patti Smith, nonché produttore del primo disco punk rock della storia, Nuggets (Nuggets: Original Artyfacts from the First Psychedelic Era, 1965-1968), Elektra Records, 1972, capitato nel film pure lui nelle vesti di insaziabile collezionista di vinili –, questi ossessivi compulsivi collezionano l'involucro del vinile, vale a dire la copertina, immancabilmente protetta da una foderina di plastica trasparente.
Ed è incredibile che esistano ancora così tanti e abbastanza frequentati negozi di musica sparsi in tutti gli Stati Uniti d’America e che abbiano ancora ragione di esistere, quando il mercato discografico con l'avvento del digitale – micidiale fu l'iPod immesso sul mercato da Steve Jobs alla fine del 2001, che letteralmente liquidò la musica e la discografia mondiale in men che non si dica – e di internet è dato da anni cerebralmente morto.
È incredibile che l'“indistruttibile” compact disc sia praticamente sparito e che, invece, il gracchiante vinile resista ancora, e la copertina, e la foderina di plastica trasparente.
Resta in tutto questo gran daffare intorno al vinile una sola certezza: il Rock 'n' Roll è la più grande invenzione dell'uomo!
MASSIMO RIDOLFI