Teramo - Nel 494 a.C. ai plebei in rivolta che, per protesta, avevano abbandonato la città e occupato il Monte Sacro (o più probabilmente il colle Aventino) per ottenere alcune rivendicazioni rispetto ai patrizi, Menenio Agrippa pronuncia il celebre apologo, spiegando con una metafora, l'ordinamento sociale romano, paragonato ad un corpo umano nel quale le parti, essendo connesse tra loro, se collaborano riescono a vivere, se discordano, si danneggiano fino alla morte.
Oggi, nel 2024, ci rivolgiamo alla città di Teramo, ormai triste ombra di un tempo a causa di una pessima gestione che sta dando il colpo mortale all’ultima linfa vitale, l’ultima anima del
centro: il Palazzo della Cultura “M. Delfico”, sede di prestigiosi Licei, di una Scuola Primaria, di una Scuola Secondaria di Primo Grado e dell’articolata realtà del Convitto Nazionale. Non potrà vivere Teramo, ormai agonizzante, se non vivranno le sue scuole, come non può vivere un corpo se non ha il suo cuore pulsante. Chiunque si trovasse a passare per Piazza Dante, si
accorgerebbe dell’assenza dello spirito del luogo.
Il Convitto con le scuole annesse (Liceo Scientifico e Coreutico, Scuola Primaria, Scuola Secondaria di Primo Grado) il Liceo Classico, il Liceo Europeo e il Liceo Musicale incarnano
l'identità culturale e intellettuale di Teramo, simboleggiano il connubio tra tradizione educativa e apertura verso il futuro, rafforzando il senso di appartenenza dei cittadini. Il Convitto al
centro di Teramo è molto più di una semplice istituzione educativa: è un pilastro della vita culturale, sociale ed economica della città, di cui rappresenta al contempo il suo passato, il suo
presente e il suo futuro.
La posizione della scuola al centro di Teramo riveste un'importanza particolare per diversi motivi: l’accessibilità, in quanto, essendo nel cuore della città, è ben servita dai mezzi pubblici;
la centralità culturale e sociale, in quanto favorisce la connessione tra gli studenti e le attività culturali della città, la partecipazione della scuola a eventi cittadini, integrandola nel tessuto
urbano e promuovendo un senso di appartenenza; la rigenerazione urbana, in quanto la presenza di studenti e famiglie anima il centro cittadino, contrastando il rischio di spopolamento o degrado e alimentando il commercio della città.
Solo con una collocazione al centro di Teramo, le scuole potranno continuare a fungere da fulcro per attività culturali, educative e sociali, ad essere un punto di incontro e un motore di
vitalità per il tessuto urbano. Per tutte queste ragioni, Teramo vuole il ritorno delle scuole in centro storico e chiede in ordine di priorità quanto segue:
✓ Presentazione immediata dell’istanza di dissequestro che, ad oggi, per ragioni oscure,
non è stata ancora depositata;
✓ in caso di dissequestro dell’immobile, rientro immediato delle scuole nell’Istituto fino
ad inizio lavori;
✓ definizione e realizzazione di una scuola jolly in centro, disponibile dal 1° settembre
2025, che accolga l’intera comunità scolastica del Delfico. Si indicano come aree quella dell’ex Stadio comunale prioritariamente, e, solo secondariamente, quella della Palestra Mazzini, ex UTAP, e dell’Archivio di Stato.
Chiediamo una risposta in tempi celeri, entro e non oltre giovedì 21 novembre 2024, altrimenti si procederà con una decisa protesta in cui verranno chieste le dimissioni del Presidente della Provincia e del Sindaco.
Gioverebbe ai governanti di questa città, ciechi e sordi dinnanzi alle richieste fatte, ricordare quanto sottolineato dal grande Piero Calamandrei: “Se si vuole che la democrazia prima
si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del Parlamento e della Magistratura e della Corte costituzionale.”
LA COMUNITÀ SCOLASTICA DEL CONVITTO NAZIONALE “M. DELFICO”
CONSORZIO SHOPPING IN TERAMO CENTRO
IL COMITATO DELFICO
LE FAMIGLIE