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Con il progetto “L’Elefante Bianco”, si agisce sugli uomini maltrattanti

Attualità  | 18 March 2022

Teramo - Finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri apre a Teramo, nella sede della Provincia di Piazza Garibaldi a Teramo a cura della Cooperativa “L’Elefante Bianco” un nuovo servizio contro la violenza di genere rivolto, questa volta, agli uomini maltrattanti.

L’obiettivo, laddove ve ne sono le condizioni, è quello di avviare un “percorso di responsabilizzazione degli autori di violenza”: un luogo ed un riferimento per quegli uomini che vogliono intraprendere un percorso di cambiamento ed assumersi la responsabilità del loro comportamento sbagliato di maltrattamento fisico e/o psicologico, economico, sessuale, di stalking. 

La cooperativa segue il protocollo del CAM di Firenze (Centro Ascolto Uomini) il primo ad essere nato in Italia grazie anche al sostegno della ASL 10: un protocollo sperimentato che in questi anni ha fatto da apripista nel nostro Paese seguendo l’esempio di innovative esperienze europee. 

Sedi del servizio: Atri (Asp2); Pineto (complesso Poseidon); Silvi (via Piave); Teramo, sede della Provincia, Piazza Garibaldi (martedì e giovedì).

Due, sostanzialmente, i filoni di intervento:

percorso di responsabilizzazione per autori di violenza, con supervisione del CAM 
interventi di prevenzione primaria nelle scuole e sul territorio.
L’équipe specializzata è composta da 8 unità ed è attualmente formata da un’assistente sociale coordinatrice, una sociologa, quattro psicoterapeuti e due psicologi, tutti formati presso ilCam. Il centro si rivolge a due tipologie di utenza: gli uomini presi in carico su indicazione dell’Autorità giudiziaria e gli uomini che contattano il centro spontaneamente per prendere il primo appuntamento o anche solo per ricevere delle informazioni attraverso il contatto telefonico, i social o per email.

Il percorso di responsabilizzazione per autori di violenza è strutturato in incontri motivazionali e percorsi di gruppo. Durante gli incontri, condotti da un operatore, si indaga la disponibilità al cambiamento, la consapevolezza dei propri agiti e si rilevano la storia della violenza e il suo impatto. I percorsi di gruppo, cogestiti da un operatore e un’operatrice, si dividono in psicoeducativi e psicoterapeutici. 

Il percorso psicoeducativo è strutturato e affronta i temi della violenza di genere, le emozioni, gli stereotipi, e da quest’anno anche il tema della genitorialità e del rilassamento progressivo. Nel gruppo psicoterapeutico, l’uomo continua il lavoro su di sé e sui propri comportamenti, anche attraverso due nuove metodologie di intervento: il libro “scrivermi per leggermi”, adottato già da alcuni anni dal Cam di Firenze e tecniche psicocorporee per la gestione della rabbia. 

In tutte le fasi del percorso, viene favorito il contatto con il partner con l’intento di rilevare le informazioni sulla violenza perpetuata dal maltrattate in una visione a 360° utile nel lavoro con l’uomo; indicare alla donna i centri presenti sul territorio per supportarla e, nel caso in cui gli operatori dovessero riscontrare un alto rischio per la donna e i minori, comunicarglielo tempestivamente. 

Il trattamento è considerato concluso quando l'uomo ha raggiunto la consapevolezza sulle motivazioni alla base dei comportamenti violenti ed è in grado di cessarli dopo aver compiuto azioni riparative rispetto alle vittime.

Particolare attenzione è data alla valutazione del rischio di recidiva, per cui il servizio si avvale di fondamentali strumenti per la rilevazione somministrati sia alle vittime, sia agli uomini in carico.

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