Giulianova - Le “Virtù” piatto teramano per eccellenza. Un piatto definito “sacro” perchè di una particolare rilevanza culturale e sociale, oltre che gastronomica. Un piatto “sacro” perchè collegato ad antichi riti propiziatori e legato alle antiche pratiche del culto della Terra. Ma le virtù sono anche uno dei piatti più rappresentativi della gastronomia abruzzese, un caso emblematico del non-spreco alimentare, un modo virtuoso di rapportarsi al cibo dove gli avanzi sono trasformati in ricetta e la pratica del riuso in lusinga del palato.
Nell’ambito della rassegna di 7 incontri sulla sovranità e sostenibilità alimentare, Mercoledi 26 aprile, alle ore 11,00 nell’aula magna dell’Istituto “Crocetti – Cerulli” ne parlano il dirigente scolastico Luigi Valentini, la consigliera regionale Simona Cardinali, Marcello Schillaci cuoco della “cantina di porta romana“ di Teramo, e il giornalista Leonardo Nodari presidente della associazione culturale “Gastrosofia.it”.
Le "virtù", a cui si riferisce il nome, sono quelle richieste tradizionalmente alla donna di casa. Rappresentano quindi la buona volontà, la saggezza e la fantasia delle donne teramane “virtuose”. Secondo la ricetta canonica dovrebbero essere presenti sette diversi ingredienti, sette proprio come le virtù cristiane: sette legumi secchi rimasti dalla provvista invernale, sette verdure nuove offerte dalla stagione primaverile, sette legumi freschi, sette condimenti, sette qualità di carni e sette di pasta con l'aggiunta di sette chicchi di riso. Il tutto dovrebbe cuocere sette ore perché il piatto finalmente acquisti le sue virtù di bontà. Sono il piatto tipico con cui si festeggiava l’arrivo della Primavera e la fine dell’Inverno. Il 1 maggio, festa del lavoro, è il giorno dedicato alla tutela del prezioso, ineguagliabile, unico, insuperabile patrimonio gastronomico e del nostro territorio. Teramano. Più della chitarra con le pallottine, le scrippelle 'mbusse, the king lu timball, la pizza dogg’ , le virtù sono il piatto tipico di Teramo. Sono un piatto unico...in tutti i sensi! Sono il piatto della tradizione. “Le Virtù” sono un piatto dalla storia controversa del nostro territorio, di cui molti paesi rivendicano la primogenitura, ma le cui origini sembrano incontestabili e riconosciute al popolo teramano. Le Virtù sono la storia di Teramo, sono memoria della nostra terra, appaiono legate all'incerta esistenza dei contadini nostri nonni, che al termine dell'inverno vuotavano le madie nel Calendimaggio contadino, e le ripulivano da tutti gli avanzi. Esiste un protocollo, c’è un una ricetta, va rispettata. Se poi uno vuole usare il congelato, mettere il pesce, non mettere il maiale per farle vegane, non dovrebbe chiamarle virtù. La ricetta è una sola e non si cambia. Per creare valore aggiunto alla nostra città; esaltare la qualità del nostro territorio; i valori della nostra terra; l’eccellenza dei nostri ristoratori, e così far uscire i nostri piatti dal proprio circuito, costruire un percorso che permetta di dare loro visibilità. Un’idea vincente, nazionale, per la nostra ristorazione.