Teramo - Intanto ci sono stati. I fuochi di artificio. Per la festa della Madonna delle Grazie. Non sono stati come quelli del Lago di Garda, non sono stati come quelli di Spoleto. Ma sono piaciuti lo stesso. E' stato un momento di liberazione, di aggregazione, di ritrovarsi tutti assieme, un momento di spensieratezza. E ne sentivamo tutti il bisogno fra Covid, Covisoc ed altre angosce. Bene. Non appena lo sparo ha avuto inizio, nella zona che sovrasta la piscina comunale c'è stato il raduno delle auto dei teramani. In cerca del posto migliore per vedere partire i botti. Scelta felice. Tutti con gli occhi in alto. Al primo botto un bimbo in braccio ad una giovane madre è scoppiato il lacrime. Lacrime teramane. Bimbo spaventato mentre lo spettacolo dei fuochi continuava. E allora che al cronista matusa è venuto in mente l'Ucraina. Quanti bambini hanno pianto e piangono sotto i botti? Sotto migliaia di botti fatti esplodere da alcuni mesi ogni giorno? Il pensiero angoscioso ed angosciante ha avuto breve durata, poi i botti della festa della Madonna delle Grazie hanno ripreso il dominio della scena. Botti belli in ogni caso. Aver avuto la possibilità di rivederli è stato bello. Dopo Covid, Covisoc, c'era davvero bisogno di gioire. Anche se "La vita è una clessidra con molte lacrime e qualche goccia di miele” (Roberto Gervaso).
Il cronista matusa