Valle Castellana – Dal 27 al 30 luglio torna a Leofara di Valle Castellana “La Notte delle Paure”, suggestiva esperienza di teatro nei parchi, quest’anno giunta alla 25esima edizione. Lo spettacolo teatrale itinerante nel bosco è dedicato alla fiaba dei fratelli Grimm di “Hansel e Gretel” con la regia di Claudio Di Scanno e sarà “un semplice atto di poesia e un sogno paradossalmente capace di precipitarci nella realtà delle nostre paure”.
Le rappresentazioni saranno precedute, dalle ore 11 alle 19, da una serie di attività come laboratori del gusto, concerti di canto popolare, esercizi di bioenergetica, passeggiate nei boschi, presentazioni di libri e incontri: in particolare il 29 e 30 luglio ci sarà il “Festival delle Fate e dei fiori”. Alle ore 20 partenza per lo spettacolo teatrale, che è inclusivo, con disponibilità in tutte le repliche di joelettes (speciali carrozzine da montagna).
A presentare tutte le novità dell’edizione sono intervenuti oggi in conferenza stampa al Bim il sindaco di Valle Castellana, Camillo D’Angelo, la presidente dell’associazione promotrice “I’Fere”, Annunziata Esposito, la presidente della Fondazione Tercas, Tiziana Di Sante, il direttore artistico Luigi Cipriani, il regista dell’edizione Claudio Di Scanno, Valeria Zannoni del Cai Val Vibrata e Osvaldo Di Andrea, ambasciatore nel mondo del Parco nazionale Gran Sasso -Monti della Laga. L’edizione si avvale della collaborazione dei registi Gianluca Bondi e Francesco Marcone.
Quest’anno viene scelta la fiaba che, per sua natura, è impregnata di ancestrali paure, del senso di tragico, e che diventa qui metafora dell’infanzia negata a causa degli orrori della guerra, argomento quanto mai attuale: “La fiaba come metafora della storia e della vita della psiche – spiega il regista dell’edizione 2023, Claudio Di Scanno-. Nelle fiabe, frutto di un sapere che esprime e riporta la tradizione di un popolo, vengono proiettati gli elementi dell’inconscio personale e gli archetipi dell’inconscio collettivo. In Hansel e Gretel ritroviamo la condizione di miseria, fame, sofferenza che genera l’abbandono, al cospetto del quale il bambino è costretto ad affrontare le insidie dell’esistenza, ad essere vittima delle scelleratezze della storia delle guerre. L’azione si basa sulla fame, sulla mancanza di un tetto, sulla paura, il dolore e la morte. I bambini agonizzanti e denutriti di sono gli stessi in ogni area del mondo in cui si consuma una guerra, che è una orribile ripetizione di morte, di infanzie negate, di nuovi esodi verso luoghi spesso illusori, e dove i mercanti di morte pubblicizzano nuove, ingannevoli case di marzapane nelle quali nutrire l’ingordo disprezzo per l’essere umano”.
L’evento scenico sarà un montaggio ritmico-poetico di immagini generate dalla sensibilità e dal corpo degli attori, in una dimensione sonoro-visiva e testuale adattata al luogo e agli spazi scenici naturali in cui si realizza. Ai partecipanti si raccomanda abbigliamento comodo, da montagna, e di munirsi di torce. Al termine dello spettacolo ci sarà come sempre la possibilità di cenare in loco.