Pescara - Suscita rabbia, fastidio, disgusto, sdegno la vicenda dell'arbitro di calcio 22enne della sezione di Pescara Diana Di Meo che ha denunciato, anche con un post su Istagram, di essere vittima di revenge porn. “Stanno girando dei miei video privati su social come Telegram e Whatsapp, video non condivisi da me e alcuni fatti a mia insaputa. Ovviamente ho sporto denuncia, stanno rintracciando i colpevoli e chi si occupa della condivisione dei video, perché anche questo è un reato da codice rosso” ha scritto la giovane. A sua insaputa, infatti, alcuni suoi video riservati sono stati diffusi sui social. "Esprimo vicinanza, solidarietà e sostegnoa Diana Di Meo, che ha trovato la determinazione, la forza e il coraggio di denunciare pubblicamente quello che le è accaduto. Chiunque contribuisce alla diffusione (anche solo nelle varie chat private) di video come quelli denunciati da Diana Di Meo si rende complice!". Lo scrive su Facebook il deputato M5S ed ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, "Il ''revenge porn" è un reato (inserito nel nostro ordinamento con la Legge "Codice Rosso") e viene punito anche 'chi - cita Bonafede richiamando il testo di legge - avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video di cui al primo comma, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento".
Brava Diana. Brava perchè hai avuto un grande coraggio. Non cedere mai.