Giulianova - Si è svolto ieri sera, 23 marzo 2023 presso la Sala Buozzi di Giulianova il previsto Dibattito Pubblico sull’abbattimento dei pini nella zona Ospedale di Giulianova, evento seguito in diretta Face-Book. e molto partecipato in presenza. Scopo dell’appuntamento (che Demos ha organizzato insieme al Gruppo Promotore per la ricostituzione del Comitato di Quartiere Paese/Centro Storico) era quello di approfondire insieme a degli esperti e all’Amministrazione comunale le ragioni di una scelta così pesante per il patrimonio arboreo della Città, basandosi sulla “Relazione tecnica-valutativa” del Dott. Colarossi, incaricato dal Comune, in presenza di esperti neutrali.
L’Arch. Maria Antonietta Adorante, esperta di arredo urbano e il Dott. Mario Arteconi, biologo, nei loro interventi hanno esaminato la relazione da vari profili, inquadrando il problema specifico nel contesto dei luoghi e in un generale ambito culturale di identità degli stessi, facendo emergere, peraltro, l’importanza e l’ampiezza del patrimonio urbano che comprende i pini domestici in fase di abbattimento. Essi hanno evidenziato, inoltre, vari punti di debolezza e di incomprensibilità della Relazione che si pone a premessa e presupposto del provvedimento di abbattimento. Vero che in data odierna il Dott. Colarossi interviene sulla stampa locale per alcuni “chiarimenti”, ma il dibattito pubblico avviene de visu. Ci auguriamo che in altra occasione i nostri inviti saranno raccolti.
Tutti gli interventi dei cittadini hanno purtroppo fatto notare, fra le altre cose, l’impossibilità di svolgimento del confronto auspicato per via dell’assenza di rappresentanti dell’Amministrazione comunale e dell’estensore della relazione tecnico-valutativa che pure erano stati invitati con sufficiente anticipo rispetto all’evento.
Le considerazioni conclusive hanno enucleato vari punti di criticità sull’istituto della partecipazione popolare presente in questa Città, sia nello Statuto comunale che in un regolamento che vanta il primato in Abruzzo e forse anche in tutto il centro/meridione. La principale è che l’esperienza della democrazia partecipativa, iniziata cinca 13 anni fa con l’approvazione del Regolamento (non all’unanimità, va detto) e l’avvio della costruzione dei cinque Comitati di Quartiere, oggi sembra avviarsi alla fine. Questo per via di fenomeni di sordità al dialogo e al confronto come quello appena denunciato. Non può tacersi, tuttavia, che l’avvio di questo declino si sia avuto già nella passata amministrazione che decise di disinvestire in democrazia partecipativa rendendo vani gli sforzi propositivi dei Comitati di quartiere e il lavoro di una Consulta per la democrazia partecipativa che oggi non esiste più.
L’associazione Demos coglie questa occasione per rilanciare l’appello alle forze politiche affinché si torni al colloquio e al confronto con i cittadini, dando nuovo slancio alla partecipazione popolare che non può continuare ad essere uno slogan utile per ogni campagna elettorale ma che diventa, subito dopo, una eventualità legata agli interessi delle forze politiche che governano. La partecipazione popolare è, invece, un obbligo costituzionale che investe tutti i pubblici poteri che compongono la Repubblica e tutti i partiti.