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Dopo il Festival Altra Teramo, bisogna tornare con i piedi per terra

Attualità  | 25 April 2022

Teramo - Passata la sbornia per la riuscitissima Fat (Festival altra Teramo) bisogna tornare nella città che distesa fra due fiumi in silenzio se ne sta. Che la città in oggetto sia divisa in due è oramai sotto gli occhi di tutti. Se alla Villa Comunale c'è chi apre e c'è chi chiude i cancelli, c'è chi porta l'insalata fresca (l'insalata era nell'orto, Marameo perché sei morto) , c'è che ispeziona, non si può dire che avvenga lo stesso in qualunque altro giardino cittadino. Forse è tutto normale. Forse no. Non è normale che a causa di ripetute cadute dei pedoni si faccia ricorso alla transenne virtuose. Dinanzi alla scuola Lucidi, nel giardino omonimo, transenne oramai da 20 giorni dopo delimitano una zona pericolosa, dopo che una signora si è fatta male ad una gamba; è vero che prima o poi tutta la zona sarà sottoposta ad una rivisitazione, ma intanto si potrebbe tagliare una palma secca, si potrebbero potare i rami che occupano i viali, e magari allungando l'occhio ci si potrebbe fermare nel parco giochi dove le staccionate sono rotte e chiodi spuntano come margherite. Risistemare due staccionate e sfilare chiodi da un pezzo di legno non è un lavoro da 110%. E poi quanti pezzi di staccionata sono stati utilizzati alla Fat? Quanti chiodi sono stati piantati al parco? Parlare di micro interventi dopo quanto è stato fatto per la Fat pare una storia d'altri tempi. Ma i giardini teramani non reggono il confronto con quello della Villa Comunale. Lassù godono di un altro passo, lassù godono di un altro trattamento, lassù forse hanno un santo protettore. E poi dopo la passerella (troppo bagnata purtroppo) fra nani, ballerine, giocolieri, trapezisti, bisognerebbe adesso rituffarsi, senza la luce dei riflettori, nell'altra Teramo, quelle che potrebbe accontentarsi di una staccionata riparata, di una palma recisa perché secca, di messa in sicurezza delle centinaia di mattonelle spezzate, mattonelle che rappresentano un pericolo quotidiano. Ma, sotto sotto, la prova che esiste un'altra Teramo trova conferma proprio dalle transenne virtuose. Lassù, quando occorre, utilizzano quelle firmate, al festival dell'altra Teramo tutte quelle nuove, ai giardini della Lucidi, invece, quelle datate e senza logo. Le transenne dei reduci. Patrick Jake O' Rourke scrisse:"Quando un ente privato non produce i risultati desiderati, viene abolito. Ma un ente pubblico diventa ancora più grande.”

Il cronista matusa

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