Pescara - ”Questo episodio, palesemente, ove le accuse fossero confermate, sarebbe il classico caso d'infedeltà di un operatore, che certamente non offuscherebbe la professionalità, la lealtà e la dedizione, al servizio dello Stato e delle collettività, del Corpo di polizia penitenziaria". Lo ha detto a LaPresse Gennarino De Fazio, segretario generale Uilpa Polizia penitenziaria, riferendosi al 56enne della polizia penitenziaria arrestato con l'accusa di aver introdotto in carcere, a Pescara, droga e telefonini. "Di certo però il caso pone di nuovo la questione della sicurezza delle carceri che sono totalmente allo sbando e di cui politici e governanti continuano a non occuparsi compiutamente, se non a chiacchiere - ha aggiunto - Se il sistema penitenziario fosse 'in salute', di certo disporrebbe degli anticorpi necessari anche per impedire e prevenire i pochi casi d'infedeltà, ma con 18mila unità mancanti agli organici della Polizia penitenziaria, pari alla metà delle unità in servizio, è ovvio che salti anche l'accuratezza dei controlli. Non fanno certo ben sperare le dichiarazioni del capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Carlo Renoldi, che intervenendo al nostro congresso nazionale, ieri l'altro, ha parlato di bisogni del personale che si intersecano con i bisogni dei detenuti, dimenticando, evidentemente, il 'carcere dei diritti' di cui egli stesso parlava quando ricopriva altri ruoli e declassificando a livello di bisogni quelli che non solo sono diritti soggettivi, ma spesso anche veri e propri diritti costituzionali", ha concluso il segretario generale appena riconfermato alla guida della Uilpa Polizia penitenziaria.
I FATTI: Un agente della Polizia Penitenziaria di 56 anni e una 29enne pescarese sono stati arrestati dopo il sequestro di droga destinata a detenuti del San Donato. Personale della Sezione Antidroga, nel corso di un servizio di contrasto allo spaccio nei quartieri Rancitelli e San Donato, a seguito di attività info-investigativa, si è messo sulle tracce della donna) che è stata rintracciata alla guida di un'automobile, senza giustificato motivo lontana dalla propria residenza. La donna è stata individuata nei pressi del carcere
di Pescara dove il suo compagno risulta essere attualmente detenuto. Fermatasi in uno spiazzo nelle vicinanze, ha incontrato un uomo che è salito sulla sua auto e dopo pochi istanti, si è allontanato con in mano un marsupio. Insospettiti, gli investigatori sono intervenuti ed hanno constatato che era appena stata effettuata la consegna di un plico contenente circa
20 grammi di cocaina già suddivisa in dosi nonché 200 grammi di hashish ed un telefono cellulare di dimensioni molto ridotte e di facile occultamento. Poi si è appreso che l'uomo destinatario della droga è un dipendente della Polizia Penitenziaria che aveva appena finito il proprio turno di servizio all'interno del carcere. Gli investigatori hanno tratto in arresto la donna per la
cessione della droga. Inoltre, considerando la dinamica degli eventi ed anche in virtù della tipologia e della quantità del materiale rinvenuto, si è ritenuto verosimile che la sostanza stupefacente fosse destinata ad essere ulteriormente spacciata, probabilmente proprio ai detenuti della Casa Circondariale. Per questi motivi si è proceduto all'arresto anche dell'uomo per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Al termine delle operazioni, entrambi sono stati tradotti in carcere.