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Edilizia universitaria, Marsilio: A Teramo no a strumentazioni politiche su ex manicomio e Veterinaria. Ho dato molto alla città di Teramo ed ho portato finanziamenti importanti

Attualità  | 15 February 2024

Teramo -  “L’unica responsabilità del definanziamento degli interventi per l’ex ospedale Psichiatrico Sant'Antonio Abate di Teramo e per il dipartimento di veterinaria è dell'Ateneo . Noi abbiamo riportato a Teramo più soldi di quanti erano stati definanziati. Abbiamo rifinanziato un'opera senza avere nessun dovere di farlo, perché l'opera non è stata definanziata per colpa della Regione, ma per responsabilità del soggetto attuatore”. Così il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio in una conferenza stampa tenutasi questa mattina a Mosciano Sant’Angelo

“Il Sindaco di Teramo – ha aggiunto Marsilio - mi pare troppo concentrato a vedere se io ho fatto, non ho fatto, ho dato o non ho dato. Siccome penso di poter dimostrare di aver dato molto alla città di Teramo e di aver portato finanziamenti importanti e di aver garantito le condizioni per fare opere che Teramo attende da molto tempo, si concentri sulla sua di attività, perché è ora che la smetta di raccontare il falso, e cioè che io abbia sottratto qualche cosa alla città, che io sia debitore e che debba dare altro alla città, che quello che ho dato non basta, perché questa è propaganda elettorale, e un Sindaco, ogni tanto, dovrebbe fare il Sindaco e non il militante di partito. Siamo di fronte ad una responsabilità che il Rettore stesso conosce e che nella sua onestà intellettuale ha ammesso. Perché se all’epoca quei fondi  destinati all'Ateneo fossero stati spesi, se fossero stati fatti i progetti in tempo utile a bandire le gare e a fare gli appalti come hanno fatto altri soggetti attuatori in altre parti d’Abruzzo, non staremmo qui a parlarne.
Purtroppo la complessità progettuale dell'intervento ha comportato delle lungaggini, dei ritardi, che nascono dal fatto che il mio predecessore ci mise due anni per trasferire i fondi da quando nel 2016 sono stati stanziati a quando l'università li ha avuti nella sua disponibilità.
 C'erano inizialmente due progetti finanziati con il ciclo dei fondi sviluppo e coesione 2014-2020. Erano 30 milioni per il manicomio e 18 per la veterinaria. L'università disse che i 18 del Dipartimento veterinaria li avrebbe potuti spendere tutti e quindi ha conservato quel finanziamento. Purtroppo è stata in grado di spenderne solo 5. E ha fatto perdere all'Abruzzo 13 milioni di finanziamenti che sono tornati a Roma.
 I 30 milioni invece, quando il Ministero, ha notificato alla Regione che quel progetto non stava andando avanti, non per colpa della Regione, ci ha costretto a definanziarlo e gli abbiamo lasciato i fondi per progettare, 2 milioni e 100. Quindi noi avremmo dovuto ridare 27 milioni e 900mila e lo abbiamo fatto solo perché condividiamo l'importanza strategica di questo intervento, ma non perché fosse un nostro dovere, perché quando uno non è capace di progettare e perde i fondi non è che ha diritto a un risarcimento. Ciò nonostante, noi abbiamo preso l'impegno a rifinanziare e complessivamente nell'accordo di coesione attuale abbiamo dato all'Ateneo, ben 38 milioni. Altri Atenei farebbero ponti d'oro per avere un decimo di quello che ha avuto l'Ateneo di Teramo.
 Quindi che il sindaco di Teramo strumentalizzi il fatto che siccome l'opera è molto ambiziosa e il restauro e il recupero del manicomio costerebbe addirittura 60 milioni, qualcuno stia in debito con la città, è un'assurdità.  Ci faccia sapere lui magari quanti soldi vuole mettere sul recupero del manicomio, se crede anche lui e la sua amministrazione al recupero di questo spazio oppure se deve fare tutto la regione.
Siccome – ha concluso il Presidente - non ci vorrà un giorno per completare, andare a gara, aprire il cantiere e così via, facciamo partire prima i cantieri, vediamo i lavori fatti e poi ci poniamo il tema di reperire anche ulteriori risorse per andare avanti. Ripeto, è ora che qualcuno ci faccia vedere un cantiere, perché è dal 2016 che queste decine di milioni stanno fermi e quelli che le hanno ricevuti non hanno ancora dimostrato di saperli usare”.

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