”Ci sono personaggi che non smettono mai di avere qualcosa da raccontare" Personaggi che operano lontano dalle luci della ribalta, personaggi legati al mondo del calcio, quella della provincia, dove ancora il calcio è sangue e sudore. Per carità nulla a che vedere con "Le parole «sangue, fatica, lacrime e sudore» (in inglese: Blood, toil, tears and sweat) resero famoso il primo discorso tenuto da Winston Churchill alla Camera dei Comuni del Parlamento del Regno Unito, il 13 maggio 1940, dopo che, il precedente giorno 10, il re gli aveva conferito l'incarico di Primo Ministro del Regno Unito". E fra questi personaggi credo che un posto spetti ad Ennio Di Sante, al mattino vigile urbano di Casoli di Atri, pomeriggio allenatore della gloriosa squadra di calcio. Un allenatore d'altri tempi. Rude d'aspetto ma dotato di un cuore grande. Di Ennio due ricordi non possono essere dimenticati. Il primo. Il Real Teramo nell'anno della rifondazione affrontò due volte il Casoli. Le locandine dei quotidiani che allora avevano redazione nella città distesa fra due fiumi, oggi vengono confezionati i due rimasti a L'Aquila e a Pescara, ovviamente riportarono la notizia della vittoria del Real. Qualcuno ebbe modo di notare che un signore dai baffi da sparviero aveva staccato le locandine, le aveva ripiegate e raccolte in un contenitore di carta. Era Ennio Di Sante che commentò "Quando mi ricapita di pote rigiocare contro il Teramo. Le locandine saranno un caro, carissimo ricordo". Secondo episodio, Ennio Di Sante ospite di una trasmissione, ovviamente fra gli ospiti c'era anche un dirigente del Real molto vicino al presidente. Di Sante conosceva entrambi (Casoli- Canzano sono a due passi di distanza). Quindi il dirigente parlava con cadenza che a Di Sante parve strana. Il vigile-allenatore rivolto al presentatore di allora se ne uscì con una battuta terribile calcisticamente parlando:"Ma perché parla milanese se è di Canzano?" Tremarono i riflettori di scena. Ecco Ennio Di Sante allenatore d'altri tempi, con il calcio d'altri tempi. ”Ci sono personaggi che non smettono mai di avere qualcosa da raccontare" .
il cronista matusa