L'altra volta la ripartenza avvenne dalla promozione provinciale. Quest'anno sarà invece dilettanti, ma nazionali, sempre se il catechismo non possa prevalere sulle carte bollate. Se così fosse saremmo i primi a gioirne. In ogni caso le due stagioni in Promozione ed Eccellenza furono cavalcate vincenti bellissime, affascinanti con la squadra teramana che si chiamava Real Teramo e che possedeva una formazione imbattibile, una macchina calcistica da guerra che nelle due stagioni fece sfracelli. Bastano due nomi, Orta e Colancecco, un attaccante dai piedi d'oro ed un prezioso suggeritore di centrocampo ma non solo. Ma soprattutto nella stagione in Promozione il Real Teramo provocò innegabili rigurgiti di tifo. Agli allenamenti al vecchio comunale c'era davvero la folla d'altri tempi. Mai sugli altri campi attendevano l'arrivo del Real Teramo. A Tossicia appesero uno striscione sul quale avevano scritto "Da Genova a Tossicia che vuoi che sia", nella gara di esordio a Penne, dopo aver gustato un ottimo caffè in piazza e non conoscendo la cittadina vestina, chiedemmo ad un signore che fumava gustandola una sigaretta seduto al bar sotto al tenda. "Scusi il campo dove gioca il Penne?" Il signore aspirò una boccata di fumo, ci puntò negli occhi e ci fulmino: "Il campo dove oggi gioca il Teramo vi ci accompagna questo giovanotto". Il giovanotto montò in vespa e ci scortò fino all'impianto di gioco. A Castel di Sangro sul campo della serie B con Gravina presidente (oggi Gravina è ancora presidente ma della Federazione), il Real Teramo non riusciva a passare in vantaggio. Il Castello era allenato da Donato Ronci, bravo ma ha raccolto poco per quanto avrebbe meritato. All'ultimo minuto Orta cade in area, Ronci scatta dalla panchina ed urla alla concessione del rigore in favore del Real. "Se sei un professionista calcialo fuori". Ronci urlava ed Orta con calma invece realizzò la rete della vittoria. Fuoco e fiamme negli spogliatoi. E in questa storia di ricordi non manca la miss. Era la compagna di un bravo portiere, seguiva il Real al Bonolis, arrivava indossando una minigonna vertiginosa, lo stadio diventava muto nel vederla prendere posto, come accadeva insomma quando la bella Rita Rusic raggiungeva la curva Fievole per sedere accanto al suo Vittorio Cecchi Gori. I tacchini nel recinto a fianco del campo di Fontanelle, altri tacchini ospitati al vecchio comunale quando il Real ospitò il Canzano. E poi la scene cult che hanno avuto come protagonisti dirigenti catapultati in una realtà più grande di loro. Ad un venne chiesto se avesse conosciuto l'allenatore appena ingaggiato, La risposta fu negativa salvo poi appurare che lo smemorato dirigente e l'allenatore erano stati compagni di scuola. Ad Isola del Gran Sasso la gara con il Real venne interdetta ai residenti del comune di Colledara, vendita di alcolici proibita. I dirigenti dell'Isola ci offrirono il caffè ed aprirono una armadietto che conteneva tutto quello che poteva essere utilizzato per una giusta correzione che noi tutti effettuammo. Ovviamente. Storie di un calcio che non c'è più. Storie che adesso sono dietro l'angolo perché, probabilmente, il Teramo riparte dai dilettanti, ma nazionali. Fa male questa discesa all'inferno. Si sono impegnati per riuscirci. E ci sono riusciti. Insomma fra i dilettanti ma non per caso. Non è una cosa meravigliosa?
Il cronista matusa