Ancora - Anziani derubati in casa con la scusa di controllare la raccolta dei rifiuti differenziati. E’ arrivata la condanna per la banda composta da persone di origine rom, tre donne e un uomo, tutti del Teramano, responsabile di 20 colpi commessi in quattro mesi, da agosto a maggio 2018, tra Ancona, provincia e altre regioni d'Italia. I quattro, che erano finiti nell'inchiesta "Senum Defensio" dei carabinieri di Numana, sono Daiana Guarnieri, 31 anni, e Sebastian Ariel Lencina, 37 anni, entrambi di Alba Adriatica, condannati a 9 anni e mezzo di carcere; Marilena Di Giorgio, 54 anni, di Mosciano Sant'Angelo, e Clelia Spinelli, 43 anni, di Alba Adriatica, condannate a 12 anni 9 mesi di carcere.
La sentenza è arrivata nel pomeriggio di oggi, al tribunale di Ancona, davanti al collegio penale presieduto dalla giudice Edi Ragaglia. Il gruppo era stato bloccato a febbraio del 2019, dopo una ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di allora, Carlo Cimini, per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti pluriaggravati. Colpi che avrebbero fruttato almeno 200mila euro tra denaro contante e refurtiva, per lo più monili d'oro. Con la scusa di controllare il corretto conferimento dei rifiuti, i quattro si sarebbero approfittati della buonafede delle vittime per derubarle dei loro averi.
Un modus operandi standard con il quale, stando alle accuse, una delle tre donne, la più giovane, si guadagnava la fiducia della vittima suonando al campanello di casa spacciandosi per dipendente del Comune o per una addetta dell'azienda pubblica di zona incaricata di ritirare i rifiuti o addirittura anche per un carabiniere. Gli altri della banda si introducevano in casa successivamente passando da finestre o porte, aiutate dalla complice e mentre uno dei tre faceva da palo, solitamente l'uomo, si procedeva a rubare oro e soldi. Solo nella città di Ancona sono stati sette i colpi messi a segno. Gli altri hanno riguardato Numana, Jesi, Osimo. Fuori provincia i furti sono avvenuti ad Ascoli Piceno, Porto Recanati e Porto San Giorgio. Altri colpi sono stati attribuiti ai quattro nelle regioni di Abruzzo, Emilia Romagna, Molise e Lazio.