Teramo - Futuro In ttacca sulla questione Teatro Comunale: "Ormai non passa giorno senza che si apprenda del consueto fallimento gestionaledell’Amministrazione D’Alberto. Questa volta il tema è grave e di rilevante importanza per la nostra città capoluogo poiché, in merito alla realizzazione del nuovo teatro Comunale, il Tar dell’Aquila avrebbe accolto il ricorso dell’affittuario del negozio Sottosopra, il quale non solo non dovrà chiudere per lasciare via libera ai lavori del cantiere per il nuovo teatro, ma avrà anche diritto al risarcimento dei danni per un valore di 700 mila euro da parte del Comune.
Il grave passo falso di questa Amministrazione, dal momento che era ben consapevole del ricorso e della possibilità di perdere, è quello di non aver saputo o voluto interloquire con il proprio interlocutore privato (anche per lo smantellamento dell’Avvocatura comunale?) con il nefasto risultato di aver chiuso il Comunale ed averlo reso nel frattempo inutilizzabile senza la certezza di poter avviare i lavori del nuovo teatro. I nostri amministratori non hanno saputo o voluto relazionarsi con gli altri Enti pubblici per individuare una struttura alternativa e questo ci ha di fatto privati dell’unico spazio teatrale della città. Atteggiamento superficiale e arrogante
L’effetto di questo pesante sugli operatori culturali del territorio che sono stati ignorati e lasciati allo sbando
ricade purtroppo in maniera dall’Amministrazione D’Alberto.
Le Associazioni e i professionisti sono stati costretti a trovare da soli una soluzione alla
carenza del loro spazio privilegiato, perché dagli amministratori sono arrivate solo
proposte inappropriate, che sfiorano il ridicolo e sono lesive della dignità di chi opera nel
campo della cultura e dello spettacolo.
Mi riferisco per esempio alle scuole di danza, di ballo e di teatro presenti sul nostro
territorio che hanno chiesto uno spazio adeguato per i saggi di fine anno e si sono sentiti
proporre l’utilizzo a pagamento di Piazza Martiri. Facile vero?
Naturalmente, questa vergognosa soluzione non è stata accettata e così i saggi di fine
anno saranno svolti fuori da Teramo, in altre città che saranno capaci di ospitarci in
teatri degni di questo nome. E come non parlare della Stagione di Prosa, per la quale si spera vivamente che si possa trovare una soluzione alla situazione di incertezza che ad oggi ancora si registra.
La vicenda del ricorso, la chiusura forzata del Teatro comunale e l’incapacità di trovare
sono la conferma della mancanza di programmazione e l’incapacità di gestione di questa maggioranza, che si permette arrogantemente di isolarsi e di dare lezioni di preparazione e competenza agli altri, collezionando fallimenti sempre una struttura alternativa più gravi ai danni della città.