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Giovanni Melarangelo (1903-1978): l’artista e i suoi percorsi. Domani la giornata di studi nella Sala Ipogea e alle 18.00 l’inaugurazione della mostra a L’Arca

Cultura  | 13 July 2022

Teramo - Domani, giovedì 14 luglio, alle 18.00 sarà inaugurata, presso l’Arca, il Laboratorio per l’Arte Contemporanea di Teramo,  la mostra dedicata a Giovanni Melarangelo. Ma prima, a partire dalle ore 9.30 nella Sala Ipogea di Piazza Garibaldi, ci sarà la giornata di studio e di testimonianza sulla figura dell’artista teramano Giovanni Melarangelo.Dalle 9.30 alle 17.30 del 14 luglio 2022 la Sala Ipogea del Comune di Teramo ospita una giornata di studio e di testimonianza dedicata all’artista teramano Giovanni Melarangelo. La giornata, che vede la partecipazione di eminenti studiosi, presenta un carattere moderno e interdisciplinare.

Dopo i saluti istituzionali prenderanno la parola gli studiosi. Il prof. Paolo Coen, coordinatore scientifico delle iniziative del Comune di Teramo su Giovanni Melarangelo, spiega le ragioni della mostra e anche il legame a doppio filo fra l’artista e il critico Mario De Micheli. Da segnalare poi la prof.ssa Paola Besutti per gli aspetti musicali, il prof. Lorenzo Canova per il contesto artistico di riferimento, la prof.ssa Nika Tomasevic per una migliore comprensione del mondo della danza e il prof. Gianfranco Spitilli per la chiave religiosa e antropologica.

Nel primo pomeriggio si tiene un secondo momento, dedicato stavolta alle testimonianze e alle riflessioni, con in primo piano il lascito didattico e umano. Di qui il contributo sia di Gabriella Albertini, a suo tempo allieva di Melarangelo nel Liceo di Pescara, sia di Sandro, Alberto e Marino Melarangelo, rispettivamente figlio e nipoti dell’artista. 

Le relazioni scientifiche e le testimonianze sono destinate a confluire in altrettanti saggi, da pubblicarsi a distanza di un mese all’interno di un volume interamente dedicato all’artista. 

 


Alle 18.00 del 14 luglio presso il Laboratorio per l’Arte Contemporanea – L’Arca si inaugura la mostra Giovanni Melarangelo (1903-1978): l’artista e i suoi percorsi. 

L’esposizione ricostruisce scientificamente e insieme comunica in modo chiaro l’intera carriera artistica di Giovanni Melarangelo. La mostra si compone di oltre cinquanta fra tele, gouache, disegni e stampe, che nel loro insieme consentono al visitatore di ricostruire l’intero percorso figurativo dell’artista, dalla formazione nel 1917-1918 alla scomparsa nel 1978. 

Le opere sono ripartite in quattro sezioni, in accordo con gli spazi effettivamente disponibili presso L’Arca. Il punto d’avvio è una sezione introduttiva, dal titolo Il mondo di Giovanni Melarangelo. La sezione, dal carattere intenzionalmente sintetico, fornisce al visitatore i dati fondamentali sull’artista. Due pannelli didattici in doppia lingua, italiano e inglese, sono riservati al profilo complessivo dell’artista e alla cronologia. Questa sezione introduttiva culmina con l’immagine guida del convegno e della mostra, l’Autoritratto con il saio dei frati domenicani del 1953. 

 


Le tre sezioni successive, che occupano altrettante sale, obbediscono a un rigoroso ordine cronologico.

La sezione dal titolo Fra tradizione e aperture, 1918-1934 vede un Melarangelo poco più che adolescente e quasi sempre disegnatore di vecchi o di monelli confrontarsi con maestri del “verismo umanitario” abruzzese, da Pasquale Celommi a Vittorino Scarselli, da Giuseppe Bonolis a Basilio Cascella. Ma ben presto l’adesione al verismo cede per lasciare spazio a orizzonti di altro genere. Opere leggermente più tarde di Melarangelo come Il riposo dei contadini del 1930 o Sposalizio contadino del 1933 testimoniano il fruttuoso dialogo intrattenuto con colleghi di primo piano quali Antonio Donghi e Mario Sironi.

La sezione successiva della mostra si chiama Esperimenti, 1935-1957. Il titolo sottolinea il desiderio nell’artista di imprimere un cambiamento ancor più significativo alla propria carriera, in termini linguistici e tematici. Il ruolo di spartiacque tocca al Nudo femminile del 1935 e alla coeva Annunciazione; seguono la Natura morta del 1938-1939, Il porto di Giulianova del 1939, la Parata del circo del 1946 e Case di vico del Sole del 1952. Decisivi anche stavolta gli stimoli esterni, rappresentati dagli spettacoli del circo, dal cinema di Federico Fellini e naturalmente da opere di maestri esterni: ecco spiegata la presenza in mostra di quadri firmati da grandi maestri come Antonietta Raphaël Mafai, Fausto Pirandello e Antonio Ciarrocchi.

La sezione conclusiva della mostra s’intitola L’affermazione pubblica: 1958-1978. Melarangelo raggiunse allora il successo regionale e anche nazionale in virtù di una cifra stilistica precisa e di un ventaglio tematico molto gradito alla clientela borghese e alto-borghese: ne sono specchio La maestra di danza del 1958 – un omaggio ex post ai maestri Edgar Degas e Pablo Picasso – La pausa durante lo spettacolo del 1966 o Ballerine d’avanspettacolo del 1972. Il processo di aggiornamento, una costante del maestro di Teramo, previde ora il confronto con Renato Guttuso, lo stesso Ciarrocchi e poi Cristoforo De Amicis, Carlo Treves e Felice Casorati.

Il processo di selezione delle opere in mostra risponde a vari criteri. Risultati rimarchevoli sono giunti dalla ricerca in collezioni pubbliche e private della città di Teramo e dalla sua provincia, ancor oggi relativamente conosciute. Una serie di prestiti dalle stesse raccolte abruzzesi e da altre italiane, in particolare di Roma, ha consentito di stabilire una serie di fruttuosi dialoghi tra Melarangelo e altri importanti colleghi, restituendo al pubblico il contesto linguistico e culturale di riferimento. Fin dove possibile si è infine cercato di utilizzare le potenzialità dei depositi dei musei pubblici della città: da qui provengono fra l’altro le opere di Vittorino Scarselli, di Giorgio Baitello e lo stesso quadro guida della mostra, l’Autoritratto con il saio dei frati domenicani del 1953.

La mostra si apre con un breve testo critico del prof. Paolo Coen. A distanza di trent’anni e più, il testo di Coen accompagna e dove necessario integra la trascrizione del saggio su Melarangelo composto nel 1990 da Mario de Micheli, ancor oggi da considerarsi un caposaldo interpretativo. Ai primi di settembre 2022 è prevista la pubblicazione di un catalogo, che raccoglie gli atti del convegno svoltosi il 14 luglio. Gli atti fra l’altro renderanno la figura dell’artista all’interno di un contesto scientifico moderno e interdisciplinare.

La mostra si completa nelle bacheche e nei corridoi de L’Arca con una selezione di fotografie, documenti e ritagli di giornale, che servono soprattutto ricostruirne la memoria dell’artista, della sua immagine e della sua biografia.

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