Teramo - La Fondazione Tercas, in occasione del Giubileo 2025, ripropone, sul proprio Sito Internet, una straordinaria testimonianza della religiosità popolare e del patrimonio culturale del territorio teramano, attraverso sei video documentari di altrettanti itinerari religiosi e percorsi di fede nell’appennino teramano, realizzati nel 2012 a cura della storica dell’arte Daniela Di Ferdinando.
Questo progetto – dichiara il Presidente della Fondazione Tercas Vincenzo Piero Di Felice - fu realizzato nell’ambito del Progetto Leader+GAL Appennino Teramano 2007/2013 - PSR (Programma di Sviluppo Rurale) - PSL (Piano di Sviluppo Locale) - in un partenariato che, con la Fondazione Tercas, coinvolse diversi Enti ed Istituzioni del territorio: il C.A.P.S.A. (Consorzio Aprutino Patrimonio Storico Artistico), le tre Comunità Montane, le Pro Loco; la Provincia, i Comuni, la Diocesi di Teramo-Atri.
Il Progetto fu ideato per valorizzare le radici identitarie e promuovere il territorio e racconta la bellezza e la spiritualità dei paesaggi Aprutini, dalle vette del Gran Sasso ai Santuari Mariani, fino agli Altari Barocchi e ai Conventi Francescani.
Non solo, quindi, un documento di repertorio, ma una fonte di suggestioni, che intreccia memoria, fede e conoscenza, rivelando l’anima profonda dei luoghi, per affascinare fedeli e turisti che numerosi si attendono a visitare la nostra provincia”.
“Le realtà istituzionali ed associative, relativamente alle proprie finalità ed allo specifico ambito d’azione nel progetto – afferma in una nota di presentazione Daniela Di Ferdinando - assunsero rilevanza nella “costruzione” del paesaggio sociale ed economico; nella tutela delle biodiversità qualificanti del territorio; nel presidio dei saperi artigianali, della cultura immateriale, delle espressioni artistiche ed architettoniche tradizionali; nella spinta all'innovazione tecnologica e produttiva; dando forma, dunque, alle idee, più che mai attuali, di “sviluppo sostenibile” e di “economia” della conoscenza e della Bellezza”.
“I sei Video Documentari dalla lunga durata, circa tredici minuti ciascuno, furono girati en plein air, dalle vette del Gran Sasso alle valli fluviali, fino al mare, sui molteplici orizzonti della provincia di Teramo”.
“Le immagini scorrono sui conventi Francescani della vallata del Fino; si dilatano su Le Grandi Abbazìe delle Valli del Vomano e sui Santuari Mariani; l’inquadratura stringe su Gli Altari Barocchi dell’Alto Vomano; l’obiettivo si arrampica sulle creste delle colline ad inseguire il Culto delle Sette Madonne Sorelle; infine, allarga il campo sul Santuario di San Gabriele dell’Addolorata”, continua la presentazione di Daniela Di Ferdinando. “Il ritmo narrativo dei Documentari è lento e suggestivo, come a voler calcare il passo dei pastori transumanti o quello dei pellegrini nelle processioni rituali ma sicuramente l’obiettivo strategico e meno mistico di questa produzione, fu centrato sulla ricostruzione delle radici identitarie e sulla promozione turistica dei territori”.
“Qual è il collante ideale che lega le varietà campanilistiche e le forti identità locali; i riti confessionali e i miti ancestrali; il virtuosismo artistico, le tipicità agricole ed i sapori gastronomici; i saperi umani e l’anima dei luoghi, se non la religione, o meglio, la devozione religiosa popolare?”.
“E oggi, la Fondazione Tercas, come risposta alle domande di valorizzazione dell’identità socio culturale del territorio, e come vetrina di promozione turistica per l’imminente Giubileo 2025 “Spes non confundit “ ripropone, mostrando grande sensibilità, tale ricerca demo- antropologica della religiosità popolare e lettura storica ed artistica e dei paesaggi Aprutini, pensata e realizzata nel format dell’itinerario turistico virtuale, e la mette in rete nella versione originale, sul proprio Sito internet, non riadattata con le nuove tecnologie digitali”.
“Una produzione – conclude Daniela Di Ferdinando - che non può essere considerata una guida turistica in senso stretto, in quanto mancano gli aggiornamenti sulla fruibilità o l’accessibilità dei siti, molti dei quali, oggi, mostrano le lesioni del sisma e il degrado dell’abbandono.
Bisogna considerarla quindi, documento di repertorio e fonte di suggestioni, che conserva, anche nei segni visibili, quella magica percezione dell’invisibile che la storia e la memoria ci offrono”.
(Daniela Di Ferdinando, storica dell’Arte, è docente di discipline umanistiche nella Scuola Secondaria di II grado. Specialista in didattica museale e divulgazione culturale-turistica, è anche autrice di pubblicazioni e relatrice a convegni e seminari).