Teramo - Si è suicidato a Teramo nella notte, sembra soffocandosi nel suo letto, il 43esimo detenuto che nel corso dell’anno si è tolto la vita. A nulla sono valsi i soccorsi. A togliersi la vita, Giuseppe Santoleri, 77 anni, che era rinchiuso in cella per scontare una condanna a 18 anni per l’omicidio, lo ricorderete, della moglie, la pittrice giuliese Renata Rapposelli, in concorso con figlio Simone. Il delitto avvenne il 9 ottobre 2017 a Giulianova. Il cadavere fu ritrovato dopo tre mesi nelle campagne di Tolentino, nel Maceratese.
L’uomo era rinchiuso nella sezione destinata ai detenuti per reati a grande riprovazione sociale, cc.dd. ‘protetti’, del carcere di Castrogno per aver concorso con il figlio, esecutore materiale del delitto, all’occultamento del cadavere dell’ex moglie nel maceratese nel 2017”.
Giuseppe Santoleri, che aveva sempre manifestato uno stato di prostrazione dopo la vicenda, era stato condannato in primo grado nel 2020 a 24 anni di reclusione, pena poi ridotta a 18 in secondo grado. L’esecutore materiale del delitto (per soffocamento) della pittrice giuliese secondo i giudici era stato il figlio Simone (condannato a 27 anni di carcere).
“Ormai nelle carceri è una spirale di morte senza fine. Sono già 43 i reclusi che si sono suicidati nel corso dell’anno - ricorda Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria - A questi vanno aggiunti 4 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita. Tutto ciò nell’indifferenza sostanziale del Governo. Mentre alla riunione del G7 si discute, giustamente, di come conseguire il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas, in Italia non si riesce a proteggere i detenuti sotto la custodia dello Stato, con gravissime ripercussioni che investono persino i suoi stessi servitori”.