Teramo - Dopo il parere negativo del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga a illuminare di rosa la cima del Gran Sasso in occasione dell’arrivo della tappa del Giro d’Italia il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, si è sentito con il presidente del Parco, Tommaso Navarra, il presidente del Gal, Carlo Matone, e il sindaco di Isola del Gran Sasso, Andrea Ianni. “A tutti loro ho offerto un luogo di mediazione istituzionale in Regione - ha sottolineato il presidente Marsilio - nei prossimi giorni cercherò di convocare questo incontro, perché siamo in tempo per recuperare e gestire questa situazione, bisogna infatti superare questa conflittualità. Sono anche io convinto che l’illuminazione di una parete in un luogo delimitato e in un tempo anch’esso delimitato non comporta nessun danno irreparabile, nessuna modifica dello stato dei luoghi, dell’habitat e del benessere degli animali, semmai si trovino animali in quella quota e in quella porzione di parco. Il parco ha giustificato la propria decisione sollevando una questione di carenza documentale, spero che si tratti di questo e non di un pregiudizio ideologico. Lo verificheremo in quel tavolo, auspicando che ci sia da parte di tutti i soggetti interessati un atteggiamento costruttivo, senza barricarsi su posizioni preconcette, per arrivare ad una soluzione condivisa che dimostri come la presenza del parco nazionale non sia di ostacolo, di freno allo sviluppo, ma tutt’altro. La Regione ha investito molto sul rilancio del Gran Sasso con l’arrivo della tappa a Prati Tivo del Giro d’Italia. Una scelta che fa parte della volontà della Regione di far conoscere la montagna abruzzese, il Gran Sasso in particolare, al grande pubblico italiano ed internazionale. Vogliamo che questa opportunità venga valorizzata al massimo livello. Il conflitto istituzionale tra il parco e le comunità locali non fa bene a nessuno, spero quindi che con la nostra mediazione si trovi il giusto equilibrio per una ragionevole soluzione al problema”, ha concluso il presidente Marsilio.
Giuseppe D’Alonzo (Azione): “Da amministratore di comunità montana per quindici anni è mio dovere e premura prendere una posizione sulla vicenda dell' illuminazione in rosa del Gran Sasso per il Giro d’Italia” Così il candidato alle regionali ed ex sindaco di Crognaleto Giuseppe D’Alonzo che prosegue: “Se in tutto il mondo, i parchi nazionali rappresentano i più importanti serbatoi di biodiversità e hanno il compito di preservare paesaggi, formazioni geologiche, flora, fauna o ambienti marini, è altrettanto vero che la legge quadro 394, approvata in Parlamento nel 1991 a seguito delle battaglie del movimento ambientalista italiano ha urgente bisogno di un tagliando. La vicenda dell' illuminazione in rosa del Gran Sasso d'Italia per il Giro d'Italia è l' ultimo campanello d'allarme che dimostra quanto un’ottima legge non sempre corrisponde ad una buona attuazione; è ormai necessario mettere mano ad una riforma della legge stessa.
La 394 non ha mai approfondito un aspetto fondamentale e di cui la montagna abruzzese ne è esempio lampante: nei parchi nazionali italiani insiste una straordinaria realtà di pari valore rispetto alla biodiversità: mi riferisco al contesto culturale che è parte integrante e inscindibile dal contesto naturale. Ciò che serve veramente, a distanza di 33 anni, è la modifica della legge quadro in nome di una modernizzazione delle sue funzioni. Purtroppo in questi decenni più volte è stato rivolto un appello al Parlamento affinché si mettesse mano alle parti veramente critiche della legge non senza che prima fossero favorite le condizioni per avviare un confronto tra tutte le parti interessate sul ruolo dei parchi e sulla loro missione conservativa e che, più e più volte, è stata criticata.
Il vero elemento di criticità continua ad essere la composizione dei consigli direttivi a garanzia di una buona governance delle attività svolte nei parchi.
In primis la designazione del Presidente del Parco, problematica nel passato e spesso conseguenza di commissariamenti, deve essere non di nomina ministeriale ma eletto da chi il Parco lo vive. La composizione e le competenze del consiglio direttivo risultano ancora in forte disequilibrio: in pratica una "licenza di uccidere" senza appello. Con una investitura triennale e diretta i fatti cambierebbero completamente.
Se in questi anni la legge ha dato un contributo significativo alla tutela del Paese è altrettanto vero che la sua nascita coincide con una fase storica di reale collaborazione tra Stato e organi periferici. Oggi questo scenario non c’è più perché si punta alla separazione delle realtà, dei ruoli e dei compiti. E la legge di questo ne risente: questo è il suo punto più debole. La 394 non prevede modelli partecipativi nella gestione di Parchi e Aree protette al passo coi tempi, e questo nonostante il fermento di imprese e attività nuove che rispondono a una voglia di ecoturismo cresciuta moltissimo, specialmente durante la pandemia.
E di tutto questo anche gli enti gestori sono responsabili. Non è sufficiente essere trattati come il “giardino che viene tenuto con cura”, ma occorre essere considerati come soggetti che partecipano al cambiamento. Servono, insomma, aggiornamenti che, per molti aspetti, dovranno essere radicali”.
Francesca Persia (LEGA): Il parere negativo espresso dal Direttore Facente Funzioni del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga, in data 19 gennaio scorso, circa la richiesta avanzata dal Comune di Isola del Gran Sasso di illuminare il “Paretone” del massiccio del Gran Sasso per celebrare l’arrivo della tappa del Giro d’Italia a Prati di Tivo, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Una forma di miopia sulla valorizzazione delle nostre bellezze naturali e, in maniera particolare, di comunicazione a livello mondiale, che non può passare inosservata. Lo ha sottolineato lo stesso Maurizio Formichetti, referente di RCS Sport che organizza il Giro d’Italia, quando questa mattina, nel corso della conferenza stampa di presentazione, ha detto: “Doveva essere una giornata di festa per il Giro e per il territorio, invece così non è stato per questa serie di divieti”. I vincoli, sempre più stringenti, messi in atto dall’Ente Parco circa i territori compresi nell’area di pertinenza, non fanno altro che condizionare in maniera del tutto negativa, la promozione di un territorio, attrattivo come pochi dal punto di vista turistico su scala nazionale, già fortemente penalizzato da scelte scellerate fatte in passato. Un Ente Parco ha sì potere sulla gestione del territorio, ma non ha sicuramente quello di distruggere una economia e il turismo che, piaccia o no, rappresentano il vero volano di sviluppo e di ricchezza che la natura ci ha donato. Gestire non vuol dire solo mettere dei paletti, imporre delle regole (molte volte assurde e incomprensibili) e dire sempre di no a ogni richiesta. Gestire, come dovrebbe fare ogni buon padre di famiglia, significa soprattutto valorizzare un territorio, renderlo appetibile, fruibile e attrattivo. E’ ora di finirla con un Parco che condiziona in maniera pesante la vita di chi ci vive, di chi ci opera, di chi ci lavora, mettendo avanti solo interessi esclusivamente ideologici che nulla hanno a che vedere con il benessere della natura e della fauna che arricchiscono le zone interessate e sono totalmente miopi di fronte all’aspetto antropologico della zona dove non c’è solo quello faunistico. Ecco perché mi impegnerò perché tutto questo abbia fine. Confido anche nell’opera e nell’intervento dei Sindaci dei comuni che fanno parte del Parco. E’ giunto il momento di tirare una linea e cambiare una gestione che non gestisce ma che decide soltanto, che vieta e che impedisce ogni cosa. L’arrivo di una tappa del Giro d’Italia è una occasione unica di promozione del territorio, lo vedono in milioni, ne osservano le bellezze attraverso riprese spettacolari e ne sono attratti. Basta con questa gestione. Cambiamo rotta. E’ arrivato il momento di farlo.