Posso permettermi di essere d'accordo con quanto ha scritto Jean Louis Auguste Commerson "Le città dovrebbero essere costruite in campagna; l’aria lì è più salubre"? Perché con le Ztl praticamente l'unica strada di accesso è rimasta via Francesco Savini che "offre" una atmosfera diversa senza far ricorso ad un famoso brandy degli anni 60. Dire che in certe ore si soffre l'aria non più salubre è dire poco. Parallela di via Francesco Savini è via Stazio che ha inizio dinanzi alla caserma dei Carabinieri di Piazza Del Carmine ed ha fine dinanzi ad un supermarket di via Paris.
Via Stazio è un parcheggio quotidiano. Fino a ieri si poteva parcheggiare solo lungo il lato sinistro salendo verso vai Paris, adesso ci parcheggia dove si vuole. Tanto chi controlla? Tanto chi si muove? Tanto non è via Dati per cui ogni giorno controllano il traffico. Via Stazio va bene come va e come sta. Garage bloccati nessun problema, segnale di direzione obbligatoria non rispettato che fa, tanto nessuno controlla. Parcheggio in doppia fila in via Stazio che non è esattamente la Tiburtina rappresenta un problema per i residenti. I quali tengono a mente quando ha avuto modo di scrivere Jane Jacobs:"Le strade e i marciapiedi costituiscono i più importanti luoghi pubblici di una città e i suoi organi più vitali. Quando si pensa ad una città, la prima cosa che viene alla mente sono le sue strade: secondo che esse appaiano interessanti o insignificanti, anche la città appare tale". Pensate che prima di abbassare la serranda il titolare di un noto negozio di abbigliamento con alcune vetrine proprio in via Stazio fu costretto a pagare altra tassa di occupazione del suolo pubblico per piazzare fioriere dinanzi alle vetrine quotidianamente "oscurate" dalle auto in sosta. Chiuso il negozio, spariti i dissuasori e si parcheggia senza alcun rispetto degli altri e del codice della strada. Quanto durerà il parcheggio selvaggio? Quando-ad eccezione di via Carducci e di piazza Orsini- l'obiettivo sarà puntato sull'altra Teramo? "È facile fare domande difficili. Difficile è dare risposte facili. (Alessandro Morandotti).
Il cronista matusa