Roseto - Potrebbe essere stato l’eccessivo sforzo fisico a uccidere Giancarlo Marrancone, 61enne di Mosciano. In un giorno di lavoro come tanti, era impegnato a sollevare, con alcuni colleghi, un cancello da montare nel cantiere di un’abitazione di Cologna. Ad un certo punto, però, si è accasciato a terra. L’autopsia disposta per fare chiarezza sulle cause della sua morte ha decretato che l'umo è stato colto da infarto. Il titolare della ditta, come atto dovuto in considerazione di un esame irripetibile come l’autopsia e che consenta di poter nominare un suo consulente, è indagato.
I funerali si svolgeranno domenica 20 febbraio alle 15.30 nella Chiesa Madre di Mosciano Sant'Angelo.
Queste le parole della figlia Simona, a cui va un abbraccio forte da tutta la redazione di Navuss e da me, Serena, in particolare:
Te ne sei andato così, senza dire nulla. Senza un abbraccio, ne un ciao.
Te ne sei andato zitto zitto perché tu eri così. Ogni tanto ricordo che a casa non ti trovavamo ed eri uscito senza avvisare nessuno, così come hai fatto oggi.
Ti sei accasciato con le mani al petto senza far troppo rumore, ma credimi Pa', di rumore ne hai fatto tanto.
Ora mi diresti "su che piangi è la vita", perché tu non eri di troppe smancerie ne di teatrini e perdonami se mentre quel carabiniere guardandomi scuoteva la testa, ho emesso quell'urlo straziante.
Credevo succedesse solo nei film e invece no.
Non ci sentivamo tutti i giorni anzi, potevano passare anche settimane ma ogni volta che ho avuto bisogno ci sei sempre stato.
Ogni volta che ho chiamato hai risposto, invece oggi no.
Oggi ti chiamavo ma non rispondevi.
Te ne sei rimasto lì sotto quel telo verde, disteso immobile su quella fredda ghiaia e quella mano Pa', era così gelida.
Se mi chiedi come sto ora, non so dirtelo.
Non so nemmeno perché ti sto scrivendo qui ma ne sento il bisogno.
Sento il bisogno di tirar fuori qualcosa da dentro,qualcosa che ti arrivi, ma non so che mezzi usare.
Forse non te l ho detto molte volte, o forse non ce lo siamo detti mai, perché noi siamo così, senza troppe parole ma di tanti fatti e voglio urlarlo forte, che ti arrivi fin lassù senza timore e senza vergogna.
TI VOGLIO BENE PAPÀ.