Teramo - Inizia a profilarsi quella che potrà essere la Giunta comunale a Teramo. L'elenco dei papabili assessori è lungo ma i posti disponibili restano gli stessi: nove in giunta, più il presidente del consiglio. Un posto ciascuno e qualcosa in più ai gruppi più forti ,”Insieme possiamo", con sei consiglieri, e Pd, che ne conta quattro. Il sindaco Gianguido D'Alberto, però, indicherà due nomi di sua fiducia e va considerata anche la rappresentanza di genere che impone in giunta quattro donne. Sui cinque uomini, numeri alla mano, ci sono pochi margini d'inventiva. Il campione di preferenze Giovanni Cavallari (961) può legittimamente aspirare alla conferma anche come vice sindaco in rappresentanza di "Bella Teramo". Rientro scontato anche per Antonio Filipponi, fedelissimo del sindaco e secondo più votato (856) in testa a "Insieme possiamo". Il gruppo di maggioranza relativa avrà un secondo assessorato appannaggio dell'uscente Graziano Ciapanna (729). Nessun dubbio sul ritorno in giunta di Valdo Di Bonaventura che con 547 preferenze, è il più votato di "Teramo vive". Il quinto uomo sarà il consigliere di lungo corso, alla quarta elezione, Domenico Sbraccia (659) che guida "In Comune per Te" lista targata dal presidente della Provincia Camillo D’Angelo. Sul versante femminile c'è una sola certezza: la conferma di Stefania Di Padova (343), seconda eletta nel Pd. In teoria un'altra donna da inserire in giunta sarebbe la pentastellata Pina Ciammariconi. L’attribuzione di un assessorato ai Cinque stelle, che in tutto hanno incassato 664 voti potrebbe non piacere agli alleati che si ritroverebbero con la stessa rappresentanza nonostante i consensi raccolti siano di gran lunga maggiori. La donna più votata della maggioranza tra l'altro è l'assessore uscente Ilaria De Sanctis (449) che resterebbe fuori dalla giunta perché preceduta in lista da Filipponi e Ciapanna. L'alternativa sarebbe escludere Ciammariconi o l'eventuale eletto di "Innova Teramo" Enrico Ippoliti. Con un solo assessorato all'attivo il Pd potrebbe ambire alla conferma della presidenza del consiglio per Alberto Melarangelo. A questo ruolo, però, potrebbe aspirare anche Cavallari, in odore di candidatura regionale nella prossima primavera che lo orienterebbe verso un ruolo dal quale non sarebbe costretto a dimettersi quasi subito.