Teramo - Dopo l’esperienza positiva registrata lo scorso anno, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Teramo rinnova la partecipazione al Torneo della disputa “Dire e contraddire”, un evento nazionale ideato nel 2017 dall’Ordine degli Avvocati di Taranto e diventato il 22 luglio 2020 oggetto del Protocollo d’intesa tra il Consiglio Nazionale Forense ed il Ministero dell’Istruzione.
L’Ordine degli Avvocati di Teramo prenderà parte alla competizione con due scuole del capoluogo: il liceo classico Delfico e il liceo scientifico Delfico.
Il progetto, coordinato dal presidente del Consiglio dell’Ordine Antonio Lessiani e dalla consigliera Giulia Forlini, referente per i progetti di legalità nelle scuole, prevede una prima fase di preparazione degli studenti in vista delle gare di qualificazione territoriale.
Gli incontri, in corso di svolgimento, si svolgono a scuola dove gli avvocati, affiancati dai docenti, si occupano di far acquisire agli studenti le tecniche della retorica forense per la costruzione di un discorso persuasivo ed efficace.
Quest’anno sono 22, in tutta Italia, gli Ordini territoriali partecipanti e 49 gli istituti scolastici coinvolti. Gli studenti si affronteranno in due gironi di qualificazione fino ad arrivare alla finalissima che si terrà nella sede del Consiglio Nazionale Forense, a Roma.
Le due scuole di Teramo si sfideranno nel girone di qualificazione territoriale con alcune scuole di Roma. La prima gara è prevista per il giorno 22 marzo nella sede dell’Ordine degli Avvocati di Roma, all’interno del palazzo di giustizia (il «palazzaccio») di piazza Cavour.
Gli studenti, nella prima gara, si confronteranno su un noto detto di Honorè De Balzac: «L’eguaglianza sarà forse un diritto ma nessuna potenza umana saprà convertirlo in un fatto».
«Con il Torneo della disputa – dichiarano il presidente Lessiani e la consigliera Forlini l’Avvocatura si assume la responsabilità e l’impegno di essere vicina ai giovani per insegnare loro a comunicare in modo efficace ed efficiente e per far sì che la disputa, da momento di scontro, diventi luogo di incontro».