Teramo - Presentata dalla Asl di Teramo una concreta opportunità per recuperare un’area di fondamentale importanza non solo per l’assetto della nostra edilizia sanitaria, ma per l’assetto urbanistico della città di Teramo.
“La Regione, inserendo l’area di Casalena nel programma di investimento per iniziative urgenti di elevata utilità sociale nel campo dell’edilizia sanitaria valutabili dall’Inail, ha “dato le gambe” all’idea progettuale che la nostra Asl cullava già da tempo, quando quattro anni fa, programmando un piano strategico per il rilancio dei servizi, pensò di realizzare a Casalena la Cittadella delle fragilità. Un’idea innovativa e a mio avviso molto efficace, basata su una visione sinergica della presa in carico del paziente, in cui concorrono diverse figure professionali, insieme alla famiglia. E la realizzazione di una Rsa da 7mila metri quadri e 150 posti, che diventerà realtà con questi fondi, è un tassello basilare” ha spiegato il direttore generale della Adl, Maurizio Di Giosia.
“Il progetto della Cittadella della fragilità è nato non a caso. Già precedentemente, nel 2019, infatti, la Asl aveva iniziato a progettare una proposta di Programma integrato di intervento per la riqualificazione del complesso edilizio dell’ex neuropsichiatrico in contrada Casalena. Una proposta ripresa, rivista e presentata al Comune di Teramo nel gennaio 2021 da questa direzione strategica.
Una proposta che è caduta purtroppo nel vuoto, in quanto non abbiamo mai ricevuto risposta dal Comune.
(Slide 2024) Eppure il progetto non era affatto di secondaria importanza, anzi direi che era centrale per la città. La proposta prevedeva la demolizione degli ormai tristemente famosi “scheletri” di Casalena progettati nel 1969 per dare una risposta al sovraffollamento dell’ospedale psichiatrico di Sant’Antonio Abate. Gli edifici furono costruiti fa il 1972 e il 1977. Alcuni rimasero allo stato di rustico, vista l’approvazione nel 1978 della legge Basaglia, che stabilì la dismissione dei vecchi ospedali psichiatrici e la loro sostituzione con strutture ambulatoriali e assistenziali aperte.
Dopo la chiusura dell’ospedale psichiatrico _ a Casalena era attiva la sezione maschile _ ora il complesso ospita diversi servizi e attività dall’hospice, alla Rsa, al servizio di prevenzione ambienti di lavoro, al servizio veterinario di sanità animale, al Servizio di igiene e sanità pubblica, e altro ancora.
Ma restano alcuni edifici deteriorati o allo stato grezzo che costituivano, e costituiscono, un elemento di degrado, senza contare che l’area può diventare una risorsa importante a servizio di contrada Casalena e del quartiere di Colleatterrato.
Ora la possibilità di recuperare tutta l’area, fornendo servizi sanitari importanti per la nostra comunità e riqualificando l’intera zona, arriva grazie al fondamentale supporto della Regione. Che innanzitutto ha inserito nella programmazione Pnrr la realizzazione proprio a Casalena di un ospedale di comunità e di una Casa di comunità che saranno costruiti demolendo due vecchi manufatti. L’investimento supera gli 8 milioni di euro per entrambi i due nuovi edifici. In definitiva entro il 2026 saranno ultimate due strutture sanitarie per un totale di più di 2mila metri quadri.
Grazie al Pnrr e grazie a quest’ultimo finanziamento, compiremo due grandi passi verso la realizzazione di un progetto che quando lo ideammo, nel 2020, sembrava visionario: realizzare un’intera area destinata ai bisogni del paziente fragile, alla cura della cronicità, sembrava all’epoca un’impresa ardua. Che però ora, grazie alla lungimiranza della Regione, la quale ha compreso l’importanza del progetto che risponde ai bisogni di salute di una precisa fascia di popolazione, si sta realizzando.
Manca ancora un tassello, e poi quella visione diventerà realtà. E’ il recupero dei tre padiglioni storici e la contestuale demolizione di alcune strutture residue che insistono ai confini dell’area. Un’operazione che, abbiamo stimato, ha un valore di circa 10 milioni.
In quegli spazi potremmo realizzare una REMS, cioè una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, e aree destinate alla logistica.
Il reperimento dei fondi potrebbe non essere una chimera, anzi.
All’inizio di questo mio intervento vi ho illustrato la proposta di programma integrato di intervento presentata tempo fa al Comune e rimasta lettera morta. Quel piano ha ancora una forte valenza. In sostanza con la cessione al Comune di terreni agricoli da noi non utilizzati, in cambio della trasformazione di alcune aree in edificabili potremmo trovare i fondi per completare la Cittadella della fragilità e dare finalmente una risposta organica e completa a una parte della nostra collettività che è particolarmente bisognosa di attenzione. La speranza è che ora non cada nel vuoto” ha concluso Di Giosia.