TERAMO - Il collegamento tra la SS 150 e la SP 23 tra i comuni di Castellalto e Cellino, con la realizzazione del nuovo Ponte di Castelnuovo sul fiume Vomano, è da considerarsi un’opera strategica per l’intera vallata del Vomano, sia in termini di un migliore collegamento viario e sia con riguardo alla possibilità di sviluppo dell’intero complesso industriale e artigianale.
Un’opera importante, la cui ultimazione in tempi rapidi e nella pienezza della visione strategica a suo tempo pensata con l’ideazione del progetto, non può non costituire un obiettivo strategico per questa Provincia. Non possiamo tollerare oltre, da parte di questa Amministrazione Provinciale, una programmazione a “tozzi e bocconi”, se consideriamo che dopo la rescissione del contratto in danno alla Provincia, cioè per inadempienze di quest’ultima, a marzo 2019 sono stati approvati ben 6 progetti, ognuno per un suo pezzettino.
Il primo progetto per circa 6.000.000 di euro, non rappresentava l’intero collegamento così come era inizialmente appaltato, ma uno stralcio funzionale. Il progetto riguarda solamente il Ponte sul fiume Vomano la cui opera è stata consegnata a gennaio 2021, in grande stile, con tanto di cerimonia presso la Sala Polifunzionale della Provincia, ma oggetto da subito di una variante in corso d’opera per circa 1.000.000 di euro, la cui approvazione è avvenuta dopo un anno, con un ponte diverso rispetto a quello in gara.
Sistemato il Ponte ecco approvato il progetto dei sottoservizi (spostamento delle condutture gas, luce e Telecom) non contemplati nel progetto approvato e consegnato per euro 425.000,00, finanziato con dei mutui. Dopo un anno, ecco le prime somme che la Provincia recupera sul suo bilancio, e progetta-affida i lavori di una prima rotonda delle quattro previste, per euro 97.000,00. Successivamente si prendono le somme, che il Ministero ha destinato alle manutenzioni straordinarie, per progettare e affidare una nuova rotonda, sul Comune di Cellino per euro 79.999,00. In ultimo, è in corso l’attivazione dei mutui, per un ulteriore progetto per euro 250.000,00 che collega il ponte con la prima rotonda verso la SS 150.
Il collegamento si può considerare ultimato? Eh no! Da Cellino verso il ponte è previsto solo il tracciato in terra, così come lo vediamo adesso, superato il ponte arriviamo alla rotonda e troveremo il segnale girare obbligatoriamente a sinistra verso la zona industriale di Castelnuovo o tornare indietro, perché davanti abbiamo una distesa di campi agricoli e solamente con i mezzi agricoli possiamo arrivare alla SS 150. Fino adesso sappiamo che i maggiori costi sono di euro 1.000.000,00, ne mancano ulteriori 1.250.000,00 circa e tutti quanti, dobbiamo fare un atto di coraggio nel prossimo Bilancio 2022 individuando tutte le somme necessarie per completare in una unica soluzione con le opere restanti, il collegamento Cellino – Castellalto, abbandonando il detto a “tozzi e bocconi” ed evitando l’ulteriore danno che la Regione possa de-finanziare l’opera ove si ravvisi che non è funzionale allo sviluppo strategico della vallata e non rispetti gli obiettivi del finanziamento regionale.
Dobbiamo avere il coraggio di condividere con l’opinione pubblica, un’opera che doveva costare 6.000.000,00 invece costerà 8.500.000,00 euro, e stavolta Presidente non dovrà dirci di nuovo “ci risiamo, mi accusano ma la colpa è la loro, un altro problema che ho risolto senza crearne nessuno, la colpa è del covid, la colpa è dell’inflazione, dei prezzi che aumentano e di chiunque altro, ma non la mia”!
La Casa dei Comuni
Mauro Scarpantonio
Vincenzo D’Ercole
Graziano Ciapanna
Luca Pilotti
Ernesto Iezzi
LA REPLICA DEL PRESIDENTE DI BONAVENTURA: “Il Ponte di Castelnuovo è un progetto sfortunato – chiarisce il consigliere delegato Lanfranco Cardinale – nasce male, non con noi, ma con la precedente amministrazione che in campagna elettorale abbandona il primo progetto già finanziato dalla Regione, sistemare il vecchio Ponte, decidendo di farne uno nuovo. Ma i finanziamenti non bastano, lo sapeva il precedente presidente, gli uffici e le carte lo raccontano. L’opera subisce un primo fermo di tre anni per il ricorso contro la gara, la Provincia perde ed è costretta ad una nuovo affidamento. Stiamo sempre parlando della precedente Amministrazione. Arriva un nuovo affidatario che si accorge che il finanziamento non è sufficiente e che il progetto presenta numerose criticità. La Provincia è costretta a rescindere il contratto su richiesta dell’affidatario. L’opera viene investita anche da una inchiesta giudiziaria nei quali risulta indagato chi oggi ci accusa. Tutti assolti e noi siamo stati felici per loro e abbiamo festeggiato con loro. Rimane il fatto che il capogruppo della Casa dei Comuni è consapevole di affermare inesattezze (non voglio pensare che lo faccia volutamente) in quanto pienamente a conoscenza dei problemi nati da un progetto e da una gara, gestita da loro, piena di buchi tecnici e amministrativi. Quando sono arrivato in Provincia ho chiesto la collaborazione di autorevoli professionisti, come Enzo Siviero, e di esperti di livello internazionale, come Pierluigi Caputi. Abbiamo dovuto fare un lungo lavoro di ricucitura per far partire un’opera, o meglio, un ponte, che sulle premesse date non si sarebbe mai potuto attraversare perché mancava un pezzo e il finanziamento non ne copriva i costi. Non abbiamo polemizzato, abbiamo lavorato per rendere l’opera attuabile. Oggi c’è un nuovo affidatario di gara nei prossimi giorni inviteremo i giornalisti sul cantiere. Ora, qualche volta, sarebbe meglio tacere”.