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LA DEFICIENZA È TUTTA ARTIFICIALE

Cultura  | 04 March 2025

Gianfranco Lauretano nel suo ultimo articolo (https://www.ilsussidiario.net/news/letture-romanzi-giornali-compiti-per-contrastare-linganno-dellia-ci-serve-ancora-pasolini/2807578/) ragiona sui pericoli dell'Intelligenza Artificiale e dei danni che già sta causando impigrendo ancora di più le menti degli umani.

Certamente non è un fattore da sottovalutare quello dell'introduzione della I.A. nella nostra vita, che invero non è altro che un nuovo prodotto del Capitale per risparmiare sul costo del lavoro. Però, è un processo iniziato molti decenni precedenti a questo, che abbiamo cominciato a vivere con la progressiva sparizione dei benzinai, ad esempio, allettati i consumatori dal risparmio di pochi centesimi alla pompa di benzina self service – pochi centesimi che non avrebbero sicuramente compromesso l'economia di nessuno di noi ma che avrebbero ulteriormente arricchito i petrolieri per la legge dei grandi numeri. Da qualche anno invece è iniziata la sparizione progressiva dei bancari rimpiazzati dagli sportelli automatici aperti notte e giorno tutti i giorni – arricchendo ulteriormente i banchieri.

È già vecchio il nuovo comandamento del Capitale: meno manodopera più guadagno ed esclusione progressiva delle parti sociali dalla contrattazione. Il ricco può finalmente fare quello che gli pare. Evviva! E  la politica non può nulla. L'unico strumento che ha ancora nelle mani per invertire i processi economici – invertirli ma non mutarli – è la guerra. Ed è quello che è tornata a utilizzare. Grazie a Dio qualcosa noi umani sappiamo ancora farla per bene, cioè ammazzarci come se non ci fosse un domani – che prima o dopo arriva sempre un domani di ricostruzione, cicli astronomici permettendo, in Ucraina, a Gaza, nello Yemen, in Birmania, in Siria, in Libano, in Iraq, in Sudan e in molti altri luoghi ancora che nemmeno sappiamo. Insomma, c’è speranza solo nella guerra.

Elon Musk, il per finta davvero nuovo presidente degli Stati Uniti d'America ma più realista del re, ha già pronta la ricetta per evitare il crollo definitivo del circuito economico produttore-consumatore: un reddito universale che non interrompa il progressivo crollo dei consumi, che arriverà alla paralisi con la inevitabile perdita di posti di lavoro non più riproducibili. Anche la I.A. si nutre solo di consumatori, cioè di sempre più uomini che abbiano almeno qualcosina da spendere dentro il portafogli. E non è per nulla utopico ma un giusto riequilibrio verso il basso della ricchezza prodotta e accumulata da pochi a discapito di troppi, sennò, a un certo punto, pure i ricchi ricchissimi cominceranno a piangere e a estinguersi – be’, ho tentato di dirlo in una mia opera teatrale, il Capitale, ma gli scrittori non hanno mai contato nulla e di solito fanno la fame nera, da sempre.

Lauretano lamenta anche l'ingerenza dalla I.A. nel percorso didattico, ma il disastro formativo della scuola italiana è ben più antico, da decenni se non da sempre ridottasi a dispensatrice di nozioni da ripetere a pappagallo in cambio di un voto che, alla fine, porti a un pezzo di carta senza essere in grado, però, di formulare un ragionamento logico su qualsiasi problema, fossero anche gli ultimi risultati del campionato di calcio di Serie A. E questo è un fallimento storico della Scuola Pubblica sotto gli occhi di tutti.

Questo sfacelo arriva da lontano. La I.A. è solo una evoluzione dello strumento televisivo commerciale: cosa cambia se il compitino lo fa la I.A. invece che l'alunno, che oltre alla nozione da masticare e consumare tutta dentro la prossima interrogazione o compito in classe non gli è stato insegnato a fare. A scuola si è imparato a vivere per il voto. Non oltre questo è necessario – si è così imparato. Non oltre questa soglia è capace di portare i suoi alunni la Scuola Pubblica italiana da decenni.

Sulla poesia sarei meno preoccupato di Lauretano, perché la I.A. più che riprodurre un testo meccanico non sa fare, e solo degli stolti (pollicastri e altri disastri) possono dedicargli tempo e ragionamento a proposito: vorrei proprio vedere come interverrebbe la I.A. nell'editing (revisione o variante) di una poesia o di un romanzo senza riprodurre un prodotto dozzinale – vorrei proprio vedere come interverrebbe nell'editing del mio prossimo romanzo, facendomi così risparmiare un saccaccio di tempo, e di voce.

La creatività umana non è replicabile. No! L'unico reale obiettivo della I.A. è quello di eliminare l'uomo dal mercato del lavoro, definitivamente, e tale processo è irreversibile – per questo siffatto insegnamento, tornando alla scuola e ai suoi impiegati a stipendio fisso, può essere sostituito senza colpo ferire. La qualità è già bassa e resterebbe bassa – ho sentito Massimo Cacciari dire che all'Università se a uno studente si chiede chi era Gesù Cristo, questo ti risponde: "L'autore dei vangeli". La scuola non insegna la cosa più importante e utile, vale a dire il ragionamento.

Lauretano si interroga anche sul parere di Pier Paolo Pasolini ora come allora. Per quanto riguarda Pasolini, be', vale quello che già diceva sulla televisione – e vale pure per queste piccole televisioni personali che abbiamo tra le mani tutti i giorni e a tutte le ore. Invece per la Scuola Pubblica era propenso già allora per la sua abolizione, salvando quelle elementari, fatte bene però, come una volta.

Per la salute delle nostre patrie lettere, insomma, non mi preoccuperei più di quanto si faceva un tempo: tanto dalla Scuola Pubblica italiana si esce da sempre con la scoliosi e un sacro e santo odio per i libri.

MASSIMO RIDOLFI

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