Teramo - Carissimi studentesse e studenti, insegnanti, famiglie, dirigenti e personale scolastico, un nuovo anno formativo si appresta ed è un piacere porgere a tutti i miei migliori auspici di un proficuo e sereno avvio delle attività didattiche.
L’attualità ci consegna, grazie all’effetto vivificante degli straordinari risultati sportivi ottenuti dal nostro Paese nelle Olimpiadi estive svoltesi a Parigi, la ripartenza del dibattito pubblico sulle nuove forme di acquisizione della cittadinanza e, in particolare, sul cosiddetto “ius scholae”, cioè la possibilità di diventare cittadini italiani dopo aver frequentato e concluso positivamente uno o più cicli scolastici in Italia.
Il cosiddetto Welfare State, presente nei Paesi occidentali più avanzati, si fonda su quattro pilastri fondamentali: la scuola, la sanità, l’assistenza e la previdenza. Ma mentre gli ultime tre rappresentano forme di protezione sociale, è la scuola a rappresentare – assieme alle famiglie – la trasformazione delle giovani generazioni da fanciulli a cittadini consapevoli, da adolescenti ad adulti formati e informati, i quali a scuola sono diventati italiani studiando la storia, la cultura, le tradizioni, la lingua, la poesia, le arti, le scienze.
Cosa saremmo se non avessimo appreso da dove veniamo, ciò che rappresentiamo, come ci esprimiamo e quali valori ci animano? Ben poca cosa.
È la scuola il metronomo che scandisce i giorni e le settimane, la ferialità e le vacanze, il metronomo che detta i tempi dell’apprendimento e della socializzazione, l’argine al degrado sociale, il rimedio a condizioni di solitudine e di miseria morale, il concime che fa fiorire i nostri figli e li prepara a poter raggiungere le più alte vette dello studio, del lavoro, della conoscenza, della spiritualità.
A quei genitori che in alcune circostanze sottovalutano la funzione educatrice della scuola e l’autorevolezza delle maestre e dei maestri, vorrei modestamente ricordare che l’aumento delle disuguaglianze – fenomeno che purtroppo ci occupa e ci preoccupa – corre di pari passo con il degradarsi della didattica, con l’affievolirsi del desiderio di imparare, con l’arretramento dei livelli di studio e del bagaglio culturale.
La scuola pubblica universale e gratuita non è un dato acquisito, bensì una conquista che va esaltata e difesa, uno strumento prioritario e indispensabile per consentire a chiunque, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (come ci insegna l’articolo 3 della nostra Costituzione), di emanciparsi fungendo da ascensore sociale.
Rinnovo quindi a tutti l’augurio di un anno scolastico foriero di soddisfazioni, perché l’educazione delle giovani generazioni è il fulcro della coesione sociale e della crescita civile, un obiettivo primario al quale sono chiamate a contribuire tutte le declinazioni istituzionali con entusiasmo e convinzione.
Il Presidente della Provincia di Teramo
Camillo D’ANGELO