E' un commento amaro. Da cronista matusa che fra le righe aveva fatto trapelare il pessimismo sulla fine del calcio teramano, ricordiamolo, già bloccato da tre sentenze, Covisoc, Federazione e Coni con motivazioni inattaccabili, chiare, lucide, perfette. Non è una bella storia. Hanno vinto le carte bollate e non il libretto del catechismo. Come da facile previsione. Che poi l'illusione giochi brutti scherzi è ovvio. Adesso riavvolgiamo il film nel quale vediamo il sindaco che allarga le braccia ai nuovi padroni del calcio teramano. Poi sapete tutti che è andata come è andata. Certo nessuno vuole gettare addosso la croce al povero sindaco. Ma è sotto gli occhi di tutti che la polpetta avvelenata le è stata rifilata. Seguendo dal di fuori la storiaccia il sindaco è stato leggero nella gestione. Se è vero che un altro sindaco di confine non ha gradito l'arrivo dei due che poi si sono presentati a Teramo, perché nella città distesa fra due fiumi sono state aperte le aule del consiglio comunale con la consegna di targhe, pergamene, magliette e quintali di foto ricordo? Ed il seminare ottimismo affermando che la C sarebbe stata patrimonio della città è un altro mattoncino del fallimento comunicativo da parte di uno che ha alle spalle uno staff nutrito di consulenti. Avrà adesso il sindaco con le elezioni alle porte, quelle comunali, rigettarsi nella mischia per ricostruire, forse dalla Promozione, il calcio teramano? E detto fuori dai denti chi avrà la forza di processare calcisticamente quanto è accaduto. Spazio alle carte bollate, come abbiamo già anticipato perché crediamo che adesso tornerà il ballo pure la gestione dello stadio Bonolis. Insomma in un simbolico tritacarne tutto servirà per alzare fumo e ballare sul cadavere del diavolo. C'è stato un delitto calcistico. Il colpevole in questo caso non è solo il giardiniere."Per comprendere certi delitti basta conoscere le vittime.Oscar Wilde". Ma andarli a scovare, che poi mi pare siano sotto gli occhi di tutti, è un consuetudine che farebbe aumentare solo l'amaro in bocca. "Ci sono assassini che non riescono a rammentarsi dei loro delitti poiché non nutrono alcun interesse per l'esistenza o la non-esistenza delle loro vittime. Saul Bellow". E allora? Tirate pure il sipario, la farsa è finita.
Il cronista matusa