Teramo - Lungi dal volersi far coinvolgere nell’inevitabile ricerca di visibilità, che da sempre accompagna ogni campagna elettorale, l’Ater ritiene di dover precisare in merito alcune imprecisioni diffuse in questi giorni, per ridefinire i contorni della verità.
A cominciare dalla verità “storica” dei fatti, ricordando al consigliere comunale che, distrattamente, nel suo contestare i “sei anni e mezzo passati dal terribile sisma”, dimentica che l’attuale Consiglio di Amministrazione governa da tre anni, così in realtà muove una formale accusa anche alla governance precedente che gli era, di certo, politicamente più vicina e nei confronti della quale non si ricordano sue iniziative di protesta.
Analoga distrazione, il consigliere la palesa anche nel rilevare come ”i lavori sugli alloggi residenziali pubblici nel comune di Teramo sono purtroppo fermi al capolinea, mentre in altre realtà della provincia si aprono fortunatamente cantieri”, dimenticando che ad aprire quei cantieri (non fortunatamente, ma grazie all’impegno e alla progettazione) in tutta la provincia è stata proprio l’Ater, che è - ricordiamolo - ente provinciale, una competenza che non ha però impedito all’Azienda di acquistare nel Comune di Teramo oltre 80 alloggi per la sistemazione delle famiglie colpite dal terremoto. A Colleatterrato, poi, sono in fase di completamento due edifici da 32 alloggi ognuno, una demolizione è stata già effettuata e ne stanno per essere avviate altre cinque, ma al consigliere, evidentemente, è sfuggito.
Semplicistico, scorretto e anche vagamente autolesionistico, nel quadro di quella campagna elettorale che anima l’iniziativa del consigliere, è poi il segnalare il calo dei residenti nel Comune di Teramo, che certo non può essere ricondotto ai ritardi della ricostruzione Ater, ma merita analisi più approfondite e anche politicamente più attente.
Addirittura risibile, poi, è la segnalazione del consigliere sulla “mancata manutenzione delle aree comuni degli edifici lesionati”, così come sulla necessità di investire su opere di recinzione, in riferimento agli edifici che saranno molto presto interessati dai nuovi cantieri. Consideriamo figlia della già manifestata distrazione, la “svista” che non consente allo zelante consigliere di intuire come, in un momento nel quale ogni risorsa dell’Ater debba essere destinata al fine primo del consentire il rientro delle famiglie in case più sicure, quei lavori di manutenzione sulle prossime aree di cantiere potrebbe essere considerati uno sperpero di denaro pubblico.
Esorterei, al contrario, lo stesso consigliere a cercare di lucrare visibilità pre-elettorale facendo sfoggio di elevato senso civico, organizzando, magari, giornate ecologiche con la partecipazione di quanti reclamano di utilizzare denaro pubblico sottraendolo ai fondi per la ricostituzione.
Per garantire il tanto caro decoro.