La minaccia maggiore alla nostra salute arriva da ciò che mangiamo. Per cui ne uccide più la gola che la spada. Quante volte il medico di famiglia ci ha consigliato "Mi raccomando attenzione ai fritti". E allora quest'anno salta una della sagre più attrezzate di Teramo, la sagra del calzone. Il calzone è una specialità gastronomica italiana nella quale una farcitura o ripieno di vario genere viene racchiusa in un involucro di pasta lievitata, e successivamente cotta nel forno oppure fritta. In questo secondo caso assume una diversa denominazione, potendosi definire pizza fritta nella tradizione napoletana, panzerotto in quella pugliese, pidone, calzone fritto e diavola in quella siciliana e calzone fritto in quella salentina. Ne esiste anche una versione abruzzese detta Calcione. Ovviamente il calzone fritto è per la gola una passata di tintura di iodio. Deve fare male altrimenti che gusto c'è. Dopo lo stop da Covid la sagra che viene così descritta dal sito dell'associazione di Scapriano "racconta i sapori della tradizione paesana, prevede in ogni serata l’allestimento di stand enogastronomici, per assaporare i gustosi calzoni ma non solo, ci saranno anche i panini con le salsicce, i rinomati arrosticini, le olive all’ascolana, le frittelle con prosciutto, i salumi, i formaggi e tanto altro. La sagra sarà animata da musica live, spettacoli teatrali e balli." Tredici edizioni, tredici successi. Ma quest'anno la gola non avrà il gusto di farsi male. Preparando l'organizzazione della sagra è venuto fuori il costo oscillante dell'olio per friggere e della farina, per cui non sarebbe stato facile stuccare il costo del calzone che poi avrebbe provocato un aumento al banco. Avrebbe dovuto l'organizzazione mutare certe abitudini consolidate nelle passate edizioni. E allora è stato deciso di far saltare la sagra. La gola resterà a secco, il fegato urlerà di gioia, ma a noi mancherà il caro calzone. Ce ne faremo una ragione. Ma il calzone di Scapriano lascia un vuoto. Forse incolmabile. E' vero che di calzoni in giro se ne trovano tanti, ma quello di Scapriano aveva un altro sapore. In quel piazzale si respirava l'aria dei giorni migliori. In ogni caso un anno passerà in fretta. Sperando che olio e farina torneranno a costare il giusto. Bombe permettendo. Insomma le sanzioni hanno affondato anche il calzone di Scapriano. E non ci voleva proprio.
Il cronista matusa