Il traguardo degli 80 anni. Per un calciatore che è rimasto nella storia del calcio teramano, il calcio di altri tempi, quello che odorava di canfora per risolvere problemi di natura muscolare, quello che odorava di calce che veniva utilizzata per delimitare il terreno di gioco. Un calcio senza la tv, senza l'invadenza degli sponsor, con un rapporto diverso fra calciatore e pubblico, ingaggi limitati, sudore e fatica. Un calcio diverso dove, crediamo, abbia saputo ritagliarsi un meritevole posto Michele Tarallo da Ortanova in provincia di Foggia. Attaccante di razza, grinta, scatto, visione di gioco. Ha indossato la gloriosa casacca del Teramo negli anni belli, quelli dove il calcio portava al vecchio Comunale fiumi di tifosi, allo stadio per stare assieme, allo stadio per sentieri teramani. Non ha avuto la fortuna che avrebbe meritato. Il destino che regola il calcio assai spesso ti tende un agguato e quello teso a Michele Tarallo è stato micidiale. La sua brillante carriera (riassunta dal sito curato da Maurio Boffo) venne letteralmente spezzata in una gara disputata sul campo vecchio di Montorio al Vomano. In un fortuito scontro di gioco con un estremo difensore Tarallo ebbe la peggio.La ricostruzione dell'arto si deve a quel grande maestro dell'ortopedia che si chiamava professore Boni, eccellenza dell'ospedale di Teramo. Tarallo non si è arreso. Spento il riflettore del palcoscenico è rimasto l'uomo con le scarpette chiodate di Ortanova e sapere che ha superato il traguardo degli 80 anni rende tutti felici. Per la serie "lotta ancora assieme a noi". Ha detto Zeman che "La grande popolarità del calcio nel mondo non è dovuta alle farmacie o agli uffici finanziari, bensì al fatto che in ogni piazza, in ogni angolo del mondo c'è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi".Per noi Tarallo resta quel bambino che gioca e si diverte con un pallone fra i piedi.
Il cronista matusa