Diciamolo proviamo una invidia nel vedere che le isole-ne citiamo due- piazzate a fianco di un locale che una volta era una banca e l'altra sotto la sede dove a giorni sarà esaminata il dato della differenziata la cui percentuale poi sarà resa pubblica, sono sempre pulite, lucidate. Mentre invece, non appena ti allontani dal triangolo delle teramanità - via Carducci, piazza Orsini e villa Comunale - noti una Teramo diversa, Teramo due, una Teramo d'altri tempi. Allora se in una zona l'eco isola non c'è bisogna arrangiarsi. Se poi ad un angolo di una strada noti che i bidoni per la raccolta sono stati capovolti significa che non possono essere utilizzati. E allora che bisogan fare? Si ricorre all'operazione sacco (mandi) nero e depositi due sacchi, poi c'è il problena della carta che viene depositata al fianco dei bidoni capovolti. E fino a questo punto siamo nella norma teramana. Il nuovo miracolo è quello di vedere crescere l'erba che offre un momento odoroso all'isola che non c'è; scrisse George Carlin che:“Mi piace quando un fiore o un piccolo ciuffo d'erba crescono attraverso una fessura nel cemento. È così fottutamente eroico.” Erba eroica che spunta spontaneamente e rende davvero l'atmosfera diversa, quel ciuffo d'erba è il segno della rinascita, della teramanità che invia un segnale di progresso, di rispetto per la natura, di voglia di green. Non è una storia meravigliosa?
Il cronista matusa