Pineto - Poteva succedere ovunque, in Italia. Invece è successo in Provincia di Teramo. Venerdì 24 giugno 2022, l’Amministrazione comunale di Pineto – con il sindaco Robert Verrocchio e il vicesindaco Alberto Dell’Orletta – ha organizzato la presentazione del libro “Vita e persecuzione di Giovanni Falcone”, con la presenza a Villa Filiani di Claudio Martelli, che nel 1991 – da Ministro di Grazia e Giustizia – volle alla direzione degli Affari Penali il compianto giudice Giovanni Falcone, oggi tanto glorificato almeno quanto all’epoca osteggiato.
A seguire la presentazione c’era anche il generale dei Carabinieri Angiolo Pellegrini, Comandante della Sezione Antimafia di Palermo, dal 1981 al 1985, quando era Capitano e stretto collaboratore del giudice Giovanni Falcone. Il settantanovenne ex ministro e l’ottantenne generale si sono rivisti e stretti la mano in una foto che sa di storia, perché ritrae due servitori dello Stato che furono davvero vicino al compianto Giovanni Falcone e che insieme a lui combatterono la mafia in modo concreto e pratico, sia con le indagini di polizia giudiziaria sia con nuove leggi e strumenti.
Il giorno dopo, a Notaresco, il generale Angiolo Pellegrini ha partecipato nel pomeriggio alla cerimonia di intitolazione e benedizione della stele “Il Coraggio”, in onore delle vittime delle mafie, concretizzando un’idea avuta nel 2018 insieme al sindaco di Notaresco, Diego Di Bonaventura, e organizzata dall’Amministrazione comunale – con il consigliere Ennio Giansante e la collaborazione dell’associazione Pro Notaresco del referente Mirko Gramenzi.
Sempre nel pomeriggio, il generale ha intrattenuto i tanti presenti parlando di Giovanni Falcone, del suo viaggio in Brasile per riportare in Italia l’estradato Tommaso Buscetta, della volta in cui riuscì a scampare a un attentato della mafia e delle indagini che, coordinato da Falcone e insieme al suo compianto amico dirigente di Polizia, Ninnì Cassarà, portò a termine per permettere il maxiprocesso. Memorie tesaurizzate nel suo libro “Noi, gli uomini di Falcone”.
La sera, il grande concerto della Fanfara dei Carabinieri di Roma diretta dal maestro Danilo Di Silvestro, che aveva già accompagnato il momento dell’intitolazione della stele “Il Coraggio”, ha concluso nel modo più emozionante una giornata ricchissima di significati. Al termine di questa intensa due giorni di manifestazioni all’insegna della legalità e della memoria, questo il pensiero del presidente della Provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura: «È stato un grande onore ospitare nel nostro territorio due protagonisti della lotta alle mafie, ricordando con loro figure di altissimo profilo morale che hanno dato la vita per le istituzioni come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici, Ninni Cassarà e altri ancora. Ringrazio le amministrazioni locali che hanno dato vita agli incontri e le associazioni che hanno fornito loro supporto, oltre che tutte le autorità civili, militari e religiose che hanno partecipato e a quelle che hanno supportato le iniziative. A noi il compito di continuare a parlare di questi grandi uomini, affinché le giovani generazioni guardino i loro visi sapendoli riconoscere e tributandogli l’onore che meritano».