Lo abbiamo detto e ripetuto spesso. La cinematografia italiana ha fatto scuola, dai film in bianco e nero a quelli a colori sono venute fuori e continuano a venire fuori riferimenti assai prossimi alla verità. "Il giorno del giudizio", "L'inchiesta è chiusa dimentichi" ne cito due a caso perché martedì a partire dalle 8,45 il Tar Lazio e non quello che virtualmente avrebbe dovuto riunirsi a San Gabriele si pronuncerà sul caso Teramo che, ad oggi ha collezionato tre no dalla Covisoc, dalla Federazione e dal Coni. Dunque la prospettiva non è incoraggiante. Ma c'è il solito teramano che, avendo un amico a Roma e chi non ha un amico a Roma? ha saputo in anticipo cosa accadrà domani. Era già accaduto dopo Savona, dissero serie B con penalizzazione, poi sapete tutti come è andata invece a finire. Insomma la classica sentenza già scritta. Scrisse Pitigrilli (pseudonimo di Dino Segre (Saluzzo, 9 maggio 1893 – Torino, 8 maggio 1975), è stato uno scrittore, giornalista e aforista italiano. Ebbe un grande successo in Italia nel periodo tra le due guerre mondiali. Il suo nome è legato anche all'OVRA, la polizia politica fascista, di cui fu informatore e delatore nonostante le sue origini ebraiche; benché professasse la sua innocenza fu riconosciuto coinvolto dopo la scoperta del suo nome negli elenchi degli informatori del regime, cosa che gli costò l'ostracismo della cultura italiana antifascista nel secondo dopoguerra. Fu autore di romanzi, racconti e articoli di varia intonazione, dal grottesco all'erotico e all'umoristico-satirico): "Se credi di andare in tribunale e trovare giustizia, allora puoi anche andare dal fotografo e farti levare un dente". Ancora poche ore e poi calerà il sipario su una storia scellerata, una storia pallonara che però vede coinvolta una comunità che ingoia polpette avvelenate da alcuni anni. Forse troppi. E' troppo bello il proverbio africano che sostiene: "Il mais non può aspettarsi giustizia da un tribunale composto di polli".
Il cronista matusa